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Fenomeno Cancellara vince il terzo Fiandre: «Lo dovevo alla famiglia»

Avrebbe voluto vincere il suo terzo Fiandre come un biker o un crossista: tutto solo, a piedi e con la bicicletta sollevata al cielo come un trofeo. Invece Fabian Cancellara il tris l'ha centrato come un velocista, che ha regolato allo sprint tre compagni di fuga, tutti e tre belgi. Tutti e tre preceduti dal prefisso "Van": come Van Avermaet, Vanmarcke e Vandenbergh che finiscono alle spalle di Cancellara che i "Van" li asfalta come un Suv. Per il "treno di Berna" si tratta del terzo successo nella "Ronde", la settima classica monumento (3 Fiandre, 3 Roubaix e una Sanremo, oltre ad un oro olimpico e quattro mondiali a cronometro) per questo fuoriclasse che due domeniche fa era arrivato secondo dietro Kristoff (ieri 5°) nella Milano-Sanremo.
«Ripetersi è sempre difficile e sono orgoglioso di esserci riuscito - dice felice lo svizzero dal sangue italiano (i suoi genitori vengono dalla Basilicata) -. Sapevo che la mia famiglia era sul traguardo, volevo ad ogni costo regalare loro questa vittoria. La corsa? Confesso che il sogno era quello di arrivare da solo e di tagliare il traguardo come i campioni del ciclocross, a piedi e con la bicicletta alzata verso il cielo, ma l'importante è vincere. E adesso? Mi riposo e penso alla Roubaix di domenica prossima: io penso già al poker».
Come sempre il Fiandre con i suoi "cols" i suoi muri, ha una metrica elementare. Prima la scrematura naturale da dietro e poi nel finale con le progressioni rabbiose davanti. Tante cadute: come sempre. Tante forature: come è logico che sia su queste strade. Tante gente, tantissima, più di un milione. Una spettatrice, purtroppo, viene travolta dal belga Johan Vansummeren. Il belga è costretto al ritiro, la donna - 65 anni - ora è ricoverata in gravissime condizioni, in coma farmacologico. L'incidente è avvenuto dopo nemmeno un'ora di corsa. Vansummeren ha violentemente colpito la spettatrice, che sostava su un marciapiede: la donna ha riportato ferite alla testa ed è stata trasportata in ospedale. Avrebbe rimediato gravi fratture facciali.
Tornando alla corsa sul Koppenberg Tom Boonen prova a dare un senso alla sua giornata. Pozzato è lì e fa ben sperare. Ma è sul Taaienberg, il muro numero 14, che si comincia a far sul serio, con il contrattacco di Van Avermaet e Vanmarcke, che ispirano anche quel prodigio di campione che è Cancellara. L'unico che non pare mai veramente in giornata di grazia sia per la sfortuna (problemi al cambio e una foratura), sia per una condizione non al top è Pater Sagan, il vero sconfitto di giornata. Alla fine Van Avermaet e Vanmarcke vengono ripresi da Cancellara e Vandebbergh. Sarà volata. E sappiamo anche come è andata a finire. Tre "Van" con un "Suv" che sembra un treno.

Il "treno di Berna": sempre puntualissimo sul traguardo della storia.

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