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La Ferrari è sempre più Leclerc Vettel appiedato dal motore

Pole record di Charles in Austria. Seb (nono) non fa il Q3 Mercedes fuori dalla prima fila con Hamilton penalizzato

La Ferrari è sempre più Leclerc Vettel appiedato dal motore

Sergio Arcobelli

Tutto bene, anzi benissimo da una parte del box e tutto male, anzi malissimo dall'altro lato. Il grosso problema in casa Ferrari è che, da molto tempo a questa parte, non si conoscono le mezze misure. O tutto o niente, perfezione o sciagura. Nel giorno in cui un principesco Charles Leclerc scatterà dalla prima casella al Red Bull Ring con tanto di record della pista, seconda pole position per il monegasco dopo quella in Bahrain da quando si è vestito di rosso, va registrato il nono posto in griglia beneficiando della penalizzazione di Magnussen - di uno sventurato Sebastian Vettel, rimasto ai box in Q3 per un guaio tecnico sulla power unit. Un sabato perfetto per essere felici si è trasformato in sabato imperfetto. Ma tant'è. Ciò che importa, però, è che finalmente c'è un nome nuovo là davanti rispetto alle ultime uscite. Una ventata di aria fresca che assume le sembianze di Leclerc appunto, oramai idolo del popolo rossovestito, pronto a regalare a Maranello il primo successo della stagione; l'ultimo successo in Austria, invece, risale al 2003 con Schumacher.

In un fine settimana sin qui da assoluto protagonista, mentre i vari Bottas, Verstappen e Vettel sono finiti in testacoda o a muro cercando di prendere confidenza con il tracciato del Red Bull Ring caro a Niki Lauda, scomparso lo scorso 20 maggio, il 21enne monegasco ha guidato a meraviglia. Charles, va detto, sembra danzare tra i cordoli. Significa che la rossa vola a Zwelteg, e questo a maggior ragione lascia un po' di amaro in bocca in casa Ferrari per quello che avrebbe potuto essere, ossia un possibile uno-due al via del GP d'Austria. E invece alle spalle di Leclerc ci sarà Max Verstappen e non Lewis Hamilton, quest'ultimo retrocesso in griglia di tre posizioni per aver ostacolato Kimi Raikkonen, il quale gli ha anche mostrato il dito medio (!), in curva 3. Un po' quello che è successo esattamente un anno fa e proprio nello stesso tracciato, quando Sebastian Vettel era stato penalizzato di tre posizioni per non aver visto Sainz. C'era il precedente e dunque la commissione gara, dopo le tante polemiche scaturite in Canada, si è vista costretta a rifilare all'inglese la stessa penalità.

Sarà una gara tutta da vivere a perdifiato, anche perché in prima fila accanto al poleman ferrarista c'è Max Verstappen, spinto dalla marea arancione, lui che è coetaneo di Leclerc i due, è proprio il caso di dirlo, sono già pronti a prendersi la scena nel Circus per almeno i prossimi dieci anni - e già vincitore qui lo scorso anno davanti a due rosse, quelle di Kimi Raikkonen e Seb Vettel. Al tedesco servirà un'altra rimonta: oggi, tra l'altro, scatterà con gomme soft (Mercedes e Red Bull, invece, partiranno con le medie, ndr), molto più stabili e performanti.

«Siamo dispiaciuti per Sebastian», commenta Mattia Binotto, il team principal Ferrari, perché, spiega, «siamo convinti che potesse fare una bella qualifica anche lui. Il problema meccanico? Stupido per l'entità». Vede comunque il bicchiere mezzo pieno Binotto: «Gli aggiornamenti portati in Francia rivela - qui hanno funzionato bene, così come il nuovo approccio sull'assetto della monoposto». Sulla fumata nera di venerdì riguardo alle gomme Pirelli da usare da qui in avanti (si è deciso di continuare ad usare quelle del 2019 e non tornare a quelle con battistrada ribassato di 0,4 mm dello scorso anno, ndr), lo sguardo di Binotto dietro agli occhiali neri e tondi si fa più serio. «Sono deluso perché si è persa un'occasione. Trovo deludente che la Pirelli possa scegliere in autonomia le gomme e che ci voglia la maggioranza dei voti dei team per cambiarle.

Ci ha rimesso ancora una volta la F1».

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