Festa Adorni «Il mio mondiale su queste strade 50 anni fa...»

Osimo. È l'ambasciatore del Giro d'Italia. Accoglie le autorità e gli ospiti di riguardo. Oggi, però, sarà lui ad essere accolto come si conviene ad uno dei personaggi più gloriosi del ciclismo italiano.

Vittorio Adorni ha da sempre il fisico del ruolo, fin da quando era corridore, e con il suo portamento, la sua eleganza e l'ottimo eloquio conquistò le simpatie di un maestro di giornalismo come Sergio Zavoli, che per primo ne intuì le doti, e lo elevò a portavoce dei corridori, e pian piano ad opinionista.

Vittorio Adorni, 80 anni portati con eleganza e leggerezza, oggi sarà l'ospite d'onore. Si arriva nella sua Imola, dove cinquant'anni fa, sul circuito dei Tre Monti, trionfò in maglia azzurra conquistando uno dei mondiali più belli della storia del ciclismo. «Dal mio trionfo mondiale sul Santerno sono passati cinquant'anni, ma credimi, mi sembra ieri ci spiega l'ex iridato, che è stato anche opinionista apprezzato de Il Giornale per vent'anni, dal '75 al 95 -. Mi chiamò Indro Montanelli in persona e mi disse: lei Adorni deve collaborare con noi. Come potevo dirgli di no?».

Vincere sul circuito dei Tre Monti è stato speciale, anche perché è tra i pochi corridori che può dire di aver vinto quasi sull'uscio di casa, davanti ai suoi parenti e a tantissimi amici. «L'immagine di quel giorno? Più d'una. La prima: vado in testa al gruppo e faccio segno a Van Looy. Lui parte all'attacco e dopo mezzo giro, rimasti soli, mi dice di provarci. Quando mi vede titubante perché al traguardo mancano più di 230 chilometri, replica: hai paura di morire? Lo staccherò e mi faccio gli ultimi 90 km tutti da solo. La seconda: foro, mi passano la ruota, ma la mia ammiraglia non c'è: saprò solo alla fine che era rimasta senza benzina.

La terza: io nell'autodromo di Imola. Tutto solo. Una bolgia di gente. Io che non capisco più nulla: l'estasi. Come ho festeggiato? Vi dico solo una cosa: per nove mesi io e Vitaliana, mia moglie, non ci siamo sfiorati. Alla sera ho recuperato».

PAS

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