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Figurine o talenti, le vie diverse di Psg e City

A Parigi dopo Gigio e Messi, altre stelle agitate. Mbappé a Neymar: "Clochard..."

Figurine o talenti, le vie diverse di Psg e City

È il derby dei nababbi ma non è ancora il derby d'Europa. Paris St.Germain-Manchester City partita ricca di fascino, ma non di tradizione, derby del Golfo in Asia (una squadra sostenuta dagli emiri del Qatar, l'altra da quelli degli Emirati Arabi Uniti), ma dei parvenu in Europa, visto che i due club al massimo hanno vinto una coppa delle Coppe a testa e in anni ben lontani. E stasera si ritrovano al Parco dei Principi, dove l'anno scorso in semifinale il City di Guardiola fece piangere il Psg di Pochettino con due gol di De Bruyne e Mahrez, ipotizzando la finale.

È la sfida tra le due squadre più ricche del continente, ma incrocia anche due strade diverse per impiegare (o sperperare) i petrodollari. Da una parte i francesi che incollano le loro figurine in un album dove non sembra esserci spazio per tutti, dall'altra gli inglesi che provano a costruire una squadra attraverso le scelte di un allenatore-guru, non sempre condivisibili ma comunque dettate dalla sua filosofia. Il Psg colpisce con effetti speciali, il City cerca di edificare la squadra dalle basi dopo aver passato i tempi dei Tevez e dei Balotelli che hanno fatto perdere tempo e denaro. E al centro di tutto, nel big match di questa sera, la sfida tra Messi e Guardiola, i due sommi profeti dell'ultimo grande Barcellona che verranno guardati con infinita malinconia dal popolo blaugrana che di questi tempi non se la passa bene.

Per la verità non se la passano molto bene nemmeno a Parigi, dove hanno costruito una squadra che sembra gli Harlem Globetrotters, con la differenza che i funamboli del basket giocano solo per fare spettacolo, mentre il Psg è obbligato a fare i conti con i risultati e la Champions di quest'anno non è certo iniziata nel migliore dei modi visto il misero pareggio raccattato contro il Bruges, salvati da Ander Herrera, il basco gregario tra le stelle. Non solo, ma lo spogliatoio è una polveriera dove Mbappè da del clochard a Neymar e Messi pianta il muso perché viene sostituito, per non parlare dei tormenti di Gigio Donnarumma, arrivato a Parigi da ambizioso campione d'Europa, convinto di essere il miglior portiere del mondo, e relegato a riserva di Navas.

A Manchester invece, dopo aver percorso la strada degli effetti speciali, hanno optato per la saggezza, cercando giocatori mirati alla costruzione della squadra. Dopo aver sognato Kane si sono limitati (si fa per dire, visto il costo: 117 milioni di euro) a prendere Grealish che è andato a completare l'attacco con Mahrez e Sterling. Meno altisonante del trio Messi-Neymar-Mbappè, ma forse più gestibile.

Insomma, due nababbi diversi ma, per ora, con un unico comune denominatore: quello di non aver ancora vinto nulla.

Non a caso è la sfida tra le perdenti delle ultime due finali.

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