Un film per la rimonta Il vecchio, il giovane e la Signora Next Gen

Dzeko con l'Inter riapre il campionato, Leao fa il leader al Milan e la Juve di transizione va

Un film per la rimonta Il vecchio, il giovane e la Signora Next Gen

L'ultima previsione astro numerica di Max Allegri dice che lo scudetto si vince oltre quota 90 (punti). E l'Inter si è messa di buona lena per smentirgli il pronostico e magari dimostrare che contano i colpi di testa più dei colpi di coda per vincere partite e scudetto. Al di là dei prevedibili mugugni napoletani, il campionato ha detto che se il Napoli deve risvegliarsi altre tre sorelle, anzi le sorelle per eccellenza, hanno messo la speranza in mano a tre generi diversi di protagonisti. Una sorta di filmografia dove si recita a soggetto seguendo un copione che l'inizio anno ha delineato. Diciamo: il giovane, il vecchio e la signora che si è rifatta il trucco. Spieghiamo: Il Milan è in mano alla gioventù talentuosa di Rafael Leao, assecondato dal capitan futuro della storia rossonera, alias Tonali. Pronti via e il portoghese si è mangiato un gol prima di segnare l'ouverture goleadoristica di tutto il campionato. Eppoi si è dilettato a produrre assist, non tutti ben sfruttati dai compagni. Ma così facendo Leao rischia di diventare un leader, a patto di giocare almeno 80 minuti di una partita e non i soliti 50/60. Unico problema: la difesa non deve rovinargli il lavoro.

L'Inter, invece, si è affidata ai colpi calcistici di due vecchi (all'anagrafe) corsari: Mikhitaryan che pennella qualche gran pallone (compreso quello del gol) e Dzeko che lucida il decalogo del goleador di successo ad uso e consumo delle speranze nerazzurre e della qualità al potere. Il destino talvolta sceglie di essere velenoso: il Napoli era la squadra che aveva subito il minor numero di gol di testa (uno solo) e il benemerito centravanti bosniaco l'ha affondato proprio nella statistica che fa orgoglio. Con tanti saluti ai soliti malpensanti che prima temevano l'arbitro Sozza, come se un arbitro di Seregno non potesse esser tifoso anche del Napoli o del Milan, ed ora gridano allo scandalo per la frase, fors'anche infelice, di Handanovic che nel sottopassaggio, dove tutti potevano tranquillamente sentire, ha scandito: «Mi raccomando: oggi fischia pochissimo». Ed infatti la prima ammonizione è finita sulle spalle di Dzeko. Alla faccia dei complottismi evocati da Spalletti.

Infine attenti al Lupo! Che poi è la Juve in agguato, capace dei colpi di coda per vincere una partita, fors'anche figlia di buona stella che non altrettanto la sorregge negli infortuni, ma con quel mix di Next generation e Ancien regime che potrebbe essere un frullato successo. Il realismo dice che il calcio vincente viene dai giocatori bravi più che dal gioco e Allegri, pur costretto dalla necessità, ha miscelato giovani promettenti con una compagnia ancora incompleta ma formata da attori di qualità, vera aristocrazia pallonara.

Per ora è un ibrido, ma la Signora con il trucco rifatto è accattivante, forse inquietante, certo intrigante. E se la serie A vuole intendere, ecco che il rilancio dei suoi brividi è arrivato da due reduci del mondiale (Leao e Milik) e da un antico puncher del gol. Come dire: il bello, il brutto e il cattivo.

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