Ma è fioretto contro clava

Più di mezza Europa spera che il mitico Real Madrid, con le dieci coppe dei Campioni in bacheca, finisca sottomesso dal calcio primitivo e organizzato di Diego Simeone

Ma è fioretto contro clava

Fanno tutti (o quasi) il tifo per l'Atletico. Più di mezza Europa spera che il mitico Real Madrid, con le dieci coppe dei Campioni in bacheca, finisca sottomesso dal calcio primitivo e organizzato di Diego Simeone. Ed è un sentimento che si può anche spiegare banalmente. Perché significherebbe il successo del povero (170 milioni il fatturato dei colchoneros) sul ricco (550 i ricavati assicurati al presidente Perez). Non solo ma dispiegherebbe al mondo del calcio, stufo del guardiolismo, che è possibile una seconda via al trionfo, alternativa a quella utilizzata dal Real (collezione di galacticos), che punta non a realizzare un gioco spettacolare e avvolgente (l'idea di Arrigo Sacchi e del suo Milan stellare), semmai a trasformare una squadra di calcio in una falange di fieri guerrieri, tutti uniti da un filo invisibile che non è la trama di gioco o la geometria dello schema, bensì la forza fisica e la garra, la feroce determinazione. E quando fosse indispensabile, si può essere disposti anche a parcheggiare il pullman davanti alla porta per evitare di prendere gol e arrendersi al rivale.

Il Real è l'opposto, per certi versi. È lo spreco di talenti messi uno al fianco dell'altro senza un copione che esalti le virtù di tutti. Solo Carlo Ancelotti fu capace di trasformare un gruppo di splendidi solisti in una squadra con un capo e una coda, chiamando al sacrificio trequartisti (James) utilizzati da centrocampisti. Simeone si agita in panchina come morso da un serpente a sonagli, arma i suoi con la clava, e se dovesse montare davanti nel risultato della sfida di stasera a San Siro, sarebbe complicato rimontarlo e rispedirlo all'inferno. Lisbona non capita tutte le volte. Zidane, che non è Ancelotti intendiamoci, ha utilizzato un indecifrabile metodo per arrivare alla finale di Champions che può solo vincere per entrare nella storia del Real. Conquistare la coppa significherebbe dimenticare anche qualche dura lezione del passato. Dicono i coristi di Simeone: l'Atletico gioca offensivo con chi se lo può permettere, difensivo con chi considera più forte.

Perciò ha tessuto l'elogio di Casemiro ignorando Cristiano Ronaldo (51 gol in stagione) nella convinzione che il suo asso francese, Griezmann (32 reti), faccia la differenza. Perciò fanno tutti (o quasi) il tifo per l'Atletico. Tranne il vostro cronista cui il calcio di Simeone e dei suoi guerrieri procura una sana ribellione degli occhi.

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