Focolaio Rai, "chiamata" social a Pizzul

Rimedio, voce dell'Italia, è out. L'ex telecronista: "Grazie, ma è impossibile"

Focolaio Rai, "chiamata" social a Pizzul

La mente è tornata indietro di qualche mese, quando un focolaio Covid scoppiò a Coverciano e riconsegnò ai club giocatori contagiati nei passaggi da paesi poco «sicuri» come la Bulgaria e Lituania, nonostante la «bolla» e il corridoio sanitario seguito. A poche ore dalla finalissima degli Europei si torna a parlare di virus attorno agli azzurri: tre positivi nella Rai, due tecnici presenti nel centro sportivo azzurro e un giornalista, anzi la voce della Nazionale, Alberto Rimedio, che si trova a Londra e ora in isolamento dopo due test rapidi positivi e sintomi lievi. Per di più vaccinato un mese fa.

Cambierà dunque il telecronista per la finale (probabilmente Luca De Capitani, già presente a Londra per l'altra semifinale, ndr) e immediato su Twitter è spopolato l'hashtag #voglioPizzul, per chiedere alla Rai che a commentare la finale Italia-Inghilterra fosse Bruno Pizzul. «Sono lusingato ma sono cose che si dicono sul momento - così lo storico telecronista Rai che ha raccontato le gare azzurre dal 1986 al 2002 -. Ringrazio chi ha pensato a questo, ma francamente non credo sia nemmeno da prendere in considerazione. Fa piacere, vuol dire che qualcosa di buono ho lasciato nel ricordo della gente».

L'allarme a Coverciano è scattato già alle sette del mattino di ieri, quando la Federcalcio - avvertita dei casi - ha disposto l'immediata chiusura del centro sportivo fiorentino per preservare la squadra. L'emittente di Stato, che ha lì uffici e camper per allestire e montare servizi, è stata costretta a rimanere fuori, la conferenza stampa di Bonucci prevista in palestra non ha avuto giornalisti in presenza, ma tutti (una quarantina circa) collegati in remoto. Sanificazione immediata del media center e degli uffici frequentati dalla Rai. Un pensiero in più per gli azzurri di Mancini, impegnati a preparare la finale.

«Mi auguro che la cosa possa rientrare, attendiamo l'esito dei tamponi molecolari», ha spiegato Auro Bulbarelli, direttore di RaiSport. «Solidarietà e vicinanza ai colleghi, ma questi casi sono la dimostrazione che il rispetto dei protocolli può andar bene per scaricare le responsabilità, ma può non essere sempre sufficiente per garantire gli standard minimi di sicurezza», così il Cdr della Rai che sta vivendo un contenzioso con l'azienda sulla «pericolosa» trasferta olimpica di Tokyo e su alcune rinunce di giornalisti a partecipare alla folta spedizione.

Certo, i calciatori e Mancini sono vaccinati e supercontrollati, stanno vivendo ogni trasferta - comprese quelle nella Londra dove i contagi hanno ripreso a correre - in una «bolla». Insomma, il timore che il focolaio possa aver contagiato la squadra è eventualità remota. Più difficile invece il lavoro della Rai nella gara decisiva. Gara che, se vinta dall'Italia, scatenerà l'entusiasmo dei tifosi, da qui il richiamo da Coverciano di Bonucci: «Mi piacerebbe invitare tutti, negli eventuali festeggiamenti che ci saranno dopo la vittoria, ad avere molto più rispetto.

Ho visto immagini dure, difficili, e poco rispettose dopo la Spagna che non voglio commentare ma che vanno stigmatizzate. Dico ai tifosi di festeggiare nelle piazze, ma con il massimo rispetto per se stessi e per il prossimo».

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