Marco Lombardo
Forse non suonano ancora allo stesso modo, ma Fognini-Cecchinato negli ottavi del Roland Garros, quarantadue anni dopo Panatta-Barazzutti, fanno proprio un bell'effetto. E chi ama il tennis italiano conosce la storia che ci ha portato fino a qui. Per cui c'è da festeggiare: Fabio ieri se l'è sudata contro il britannico Edmund (6-3, 4-6, 3-6, 6-4, 6-4 il punteggio) e a dir la verità ad un certo punto sembrava un'occasione persa. Perché se è vero che Edmund aveva chiesto il medico per un problema all'anca («è stato furbo, mi ha spezzato il ritmo»), è altrettanto certo che neppure lo stop di Fognini per farsi bendare una caviglia poteva cancellare il fatto che fosse più forte. E così alla fine è stato: lo spettacolo si è concentrato tutto nell'ultimo game, quando Fabio ha fatto il break e quindi il set e dunque il match.
Adriano Panatta, che in quel 1976 vinse il torneo, dice sempre che fino a quando non si arriva davvero in fondo non c'è nulla da celebrare. Eppure la verità è che finalmente il nostro tennis non è solo più donna (a proposito: ieri la Giorgi ha lottato ma perso 8-6 al terzo con la Stephens dopo aver servito due volte per il match): con un Fognini da Top 10, c'è appunto Cecchinato ma anche Berrettini, ed altri (per esempio Sonego) sono alle porte. Si può insomma sperare in un futuro migliore, senza dover partecipare a dibattiti ovviamente partiti subito sui social dopo l'ultimo punto su chi possa o meno salire sul carro del vincitore.
Fognini è quello che conosciamo, in campo e fuori: grande talento a volte rovinato dal carattere. Ma la vittoria di ieri dimostra che il Fabio papà ha ora una testa che va d'accordo con il braccio: «Vero, ho ritrovato il mio gioco fin da Roma e questo è il mio torneo preferito». La vittoria insomma è stata di quelle pesanti, per quello che c'era in palio: «Potevo benissimo perdere al quinto, ero al limite delle forze. Edmund è un giocatore molto potente ma anche lui era stanco: con il dritto fa tantissimi punti e con il rovescio sbaglia poco. Sapevo che sarebbe stata una battaglia perché siamo molto vicini nel ranking e lui nell'ultimo anno è cresciuto tantissimo, come testimonia la semifinale raggiunta ad inizio stagione agli Australian Open. Per questo sono felice, ma stanchissimo. Spero di recuperare».
Perché c'è comunque da fare ancora la storia, visto che 42 anni fa Barazzutti fu fermato da Vilas e Panatta restò solo. Fognini ora avrà Cilic (domani), mentre Cecchinato oggi se la vedrà con Goffin: «Questi risultati fanno bene a tutto il movimento: più siamo meglio è, non ci sono gelosie.
Vedere Cecchinato così migliorato e in grado di giocarsela con i più forti o assistere alla crescita di un giovanissimo come Berrettini, è un ottimo segnale. Sono contento che nuovi giocatori italiani si stiano affacciando a questo livello, fa ben sperare per il futuro».
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