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Fognini umilia re Nadal «E adesso spero sia una buona Pasqua...»

A Montecarlo batte 6-4 6-2 Rafa, il n°2 del mondo e n°1 sulla terra. Oggi Lajovic per il primo Masters

Sergio Arcobelli

Dopo un'ora e trentasei minuti di gioco, il pubblico è in delirio e acclama il suo eroe. «Fabio, Fabio», è il boato dagli spalti di chi urla, incita, si alza in piedi. Spinto da un'arena ribollente di passione, Fabio Fognini è riuscito nell'impresa di piegare 6-4 6-2 il numero 1 della terra rossa, Rafael Nadal, imbattuto dal 2015. Nella semifinale di Monte Carlo, contro il re indiscusso, ci voleva non solo una prestazione perfetta ma anche un qualcosa in più. Fabio Fognini contro Rafa Nadal ha gettato in campo il coraggio e la voglia di provarci fino alla fine. Quattro anni dopo, il ligure torna a battere lo spagnolo (l'ultimo successo a New York nel 2015) e lo fa al culmine di una prestazione perfetta, che unisce tecnica, fisico, cuore e testa. Un'esibizione di forza e talento che annichilisce il monumento Nadal, colui che su questo campo ha alzato il trofeo di vincitore per ben undici volte. E ora contro un altro outsider, il serbo Dusan Lajovic, servirà eccome se servirà anche oggi una replica perfetta di questa prestazione autorevole.

Il verde, il bianco e il rosso sventolano sul Ranieri III, agitati dalle folate di un vento che nel corso del match ha accelerato e rallentato gli scambi, senza però inficiare sul risultato. Una brezza che ha soffiato forte e che ha preso la direzione dell'eroe tricolore, il quale ha ritrovato la rotta dopo un 2019 iniziato come peggio non poteva. La stessa brezza che, nel corso del quarto game, ha gettato il suo asciugamano a terra nel bel mezzo di uno scambio, facendo perdere il punto a Fognini. Il vecchio Fognini sarebbe stato tradito dal nervosismo, e invece questo Fabio si limita a sguardi e un paio di frasi rivolte all'arbitro, ma non perde la calma e resta aggrappato a un match in cui si dimostra più rapido di Nadal nelle esecuzioni dei colpi. E benedetto il nastro che ha parlato italiano quando sul 5-4 e 30-30 per Fognini, la palla risposta da Fabio è caduta, in modo beffardo, sul campo di Nadal, regalandogli quel set point che il ligure avrebbe poi sfruttato a dovere. È il momento chiave dell'incontro. Perché da allora, a parte il sussulto d'orgoglio del campione Nadal sul 5-0 nel secondo set che gli ha impedito di lasciare l'asso spagnolo a zero, Fognini è ingiocabile, comincia a scrollarsi di dosso il timore reverenziale e a colpire la palla senza la paura di sbagliare che inevitabilmente a questi livelli ti coglie davanti a quelle quattro pareti di folla.

Che oggi saranno ancora più soffocanti, di fronte alla «finale più importante della mia carriera». Parole di Fabio Fognini, ancora incredulo dopo la magica impresa. Il segreto di questo successo? Semplice, almeno a parole: «Con Rafa devi rischiare, sulla terra ha pochissimi rivali». E aggiunge: «Sono contento di aver battuto Nadal qui davanti alla mia famiglia, ai miei amici».

Che da Arma di Taggia, la città natìa di Fabio, oggi riempiranno l'arena di Montecarlo, in quello che considera il suo torneo di casa. Lo scenario migliore per accompagnarlo. «Se me lo avessero detto a inizio settimana confessa Fognini -, avrei riso». La chiosa finale: «Ora speriamo nella mia Pasqua più bella».

Serve un finale che strappi altri applausi.

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