A un certo punto Luciano Spalletti si prende un attimo di pausa e dice quello che tutti i tifosi juventini si auguravano che dicesse. "Spero di poter rientrare nel giro scudetto, sì. Le ambizioni devono essere al massimo: mancano ancora 29 partite e io ne ho viste di tutti i colori in trent'anni di carriera". Il primo giorno dell'ex ct della Nazionale nelle vesti di nuovo allenatore della Juventus è ormai agli archivi. E lui non ha sbagliato una mossa: sereno e pacato, ma anche sicuro di sé e ambizioso di quell'ambizione che non tracima nella tracotanza: "Non ho avuto alcuna difficoltà ad accettare un contratto di otto mesi, al posto della Juventus avrei fatto lo stesso. Non ho bisogno di essere rassicurato dalla lunghezza di un contratto: pensiamo a fare bene, il resto nel caso sarà una conseguenza". Obiettivo minimo, come si sa, la qualificazione alla prossima Champions: raggiunto quello, la società potrà esercitare l'opzione per il 2026/27 senza escludere nemmeno scenari più lunghi.
Intanto, stasera, la truppa sarà di scena allo Zini contro la Cremonese, secondo Tudor avversario malleabile ma oggi con un solo punto in meno rispetto ai bianconeri: "Non sottovalutiamo nessuno ed è già successo che anche Napoli e Inter abbiano perso delle partite". Testa bassa e pedalare: va bene un calcio offensivo e magari anche piacevole a vedersi, ma la prima cosa che conta è il risultato: "Spaventato dai precedenti dei giochisti Sarri e Thiago Motta? Si va in campo per vincere e si cercherà anche di proporre uno spettacolo bello da vedere. Da avversario ho sempre percepito la bellezza di questo stadio: proveremo a fare qualcosa di diverso anche in campo, ma prima vinciamo". Cominciando da oggi e riproponendo quasi certamente la difesa a tre ("prima o poi potremo anche passare a quattro"), con Vlahovic al centro dell'attacco ("nessuno mi ha parlato di problemi di contratto: se il suo atteggiamento è quello visto contro l'Udinese, benissimo") e il resto si vedrà. "Se ho accettato è perché vedo potenzialità importanti. Koopmeiners? Lo avrei voluto nelle mie squadre precedenti, ma costava tanto e non siamo riusciti a prenderlo: io lo vedo come mediano-mezzala. Gasperini ha tirato fuori il meglio da lui anche più avanti ma è chiaro che, nel traffico, non ha la qualità di Yildiz e Openda". Qualcosa prima o poi Spalletti cambierà, è ovvio che sia così. Ma senza rinnegare il proprio passato e spiegando anche che se "a Napoli non sono contenti del mio approdo alla Juventus, mi spiace. Il rapporto che ho instaurato con la gente rimarrà intatto da parte mia: poco fa ho fatto le analisi del sangue e me le sono fatte fare sul braccio destro affinché non fosse toccato quell'altro (il riferimento è al tatuaggio per lo scudetto in azzurro, ndc). Porterò sempre Napoli nel cuore ma, quando sono andato via dopo lo scudetto, ho detto che in quella stagione non avrei mai messo la tuta di un altro club e infatti non l'ho messa. Chi decontestualizza quelle frasi lo fa per attaccare".
Oggi
comincia insomma un mondo nuovo e per certi versi al contrario: il napoletano' Spalletti alla guida della Juve e lo juventino Conte a quella del Napoli. Che al momento sta sei punti più su: tra qualche settimana, chissà.