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"La frattura non mi ha fermato. Io e Aprilia certezze da Mondiale"

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"La frattura non mi ha fermato. Io e Aprilia certezze da Mondiale"

Non fa scalpore l'Aprilia, ma tutti a Noale ci credono. Il titolo, fino allo scorso anno un lontano miraggio, non è mai stato così vicino. Nel paddock si parla di Espargaro quale grande sorpresa di questo eclettico 2022, ma in realtà i segnali c'erano già tutti. Perché le corse sono genio, fantasia, intuizione, ma anche duro lavoro costruito giorno dopo giorno da un Reparto Corse, che dal rientro in MotoGP nel 2015 con il team di Fausto Gresini, tra lo scetticismo di tutti, non ha mai smesso di crederci, osando anche una completa riorganizzazione con l'ingaggio di Massimo Rivola direttamente dalla Formula Uno nel 2019.

Capolavoro tutto italiano, la RS-GP disegnata dalle mani esperte di Romano Albesiano e il suo team, ha incontrato il cuore e la sana follia di Espargaro che ha creduto nel progetto sin dall'inizio, ed oggi, alla sua sesta stagione con la squadra di Noale, sta raccogliendo i frutti del buon lavoro fatto. Quarantadue punti nel 2020, 142 nel 2021, le statistiche insieme con la velocità della RS-GP mostrata nei test invernali lasciavano ben sperare. «Con uno stile tutto suo, che a volte può sembrare fin troppo focoso, Aleix ha spronato tutto il gruppo tecnico. Abbiamo fatto insieme il percorso di crescita che ci ha portati al risultato attuale con molti meriti da parte sua», ha dichiarato Albesiano. Secondo a -22 punti dalla vetta, Espargaro, il gladiatore, è un solido sfidante al titolo.

In Aprilia sin dal 2017, potevi immaginarti di lottare per il titolo ed essere il principale sfidante del campione in carica?

«Ci ho sempre creduto anche quando i risultati potevano far pensare il contrario. Aprilia è una grande Casa con una storia vincente. Sapevo che, con le armi giuste, sarei stato capace non dico di lottare per il Mondiale, ma di essere competitivo. Certo, quando i risultati non arrivano si può perdere un po' la convinzione, ma negli ultimi due-tre anni il cambiamento è stato tangibile».

Quale è stata la chiave di volta della prima parte del campionato che vi ha permesso di essere dove siete adesso?

«Sicuramente è stata vincente la capacità di essere competitivi su ogni pista e in ogni condizione. Con il livello attuale della MotoGP, paga più la costanza piuttosto che l'exploit. Mi piacerebbe vincere qualche altra gara da qui a fine anno, ma mi sento comunque soddisfatto. La vittoria in Argentina non è stata il punto di arrivo, bensì di partenza».

Come si può battere il leader Quartararo?

«Fabio sbaglia molto poco. Bisogna fare lo stesso e saper approfittare di ogni occasione, di ogni sua sbavatura. Più facile a dirsi che a farsi».

Hai la consapevolezza che questo possa essere l'anno giusto?

«Spesso nella mia carriera non mi sono trovato al posto giusto nel momento giusto. Essere competitivo oggi, dopo molti anni nel Motomondiale, è una bella favola».

Molti ti considerano la sorpresa di questa stagione. È così?

«Dopo qualche gara, quando eravamo addirittura in testa al Mondiale, Massimo Rivola mi ripeteva di stare tranquillo, di tenere i piedi per terra perché il Campionato sarebbe stato lungo. E aveva assolutamente ragione, mi trovava d'accordo. Ora però la situazione è diversa, siamo chiaramente in lotta per il titolo. Adesso più che di sorpresa parlerei di certezza. Errori come quelli di Barcellona non sono ammissibili per un pilota che vuole lottare per il titolo. Ne sono consapevole, come lo è tutta la squadra».

E poi l'impresa di Silverstone.

«La caduta al sabato non ci voleva (frattura del tallone destro). Mi sentivo bene con la moto, l'high-side è stato violento. In gara non potevo muovermi sulla moto e non ho fatto sorpassi. La cosa importante è che non abbiamo perso punti.

Per me è positivo che Pecco si avvicini, questo vuol dire che può mettere pressione al leader e questo aiuta anche noi».

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