Si ferma la Roma, battuta a Madrid, resta appesa a se stessa la Juventus, con un modesto pareggio contro il Barcellona, e dovrà giocarsi la faccia e l'Europa contro l'Olympiakos, ad Atene là dove lasciò la coppa ai tedeschi dell'Amburgo. L'assenza imprevista di Messi, tenuto per quasi un'ora in panchina da Valverde, per lusso e superbia, non ha eccitato più di tanto la Juventus, schierata, come ormai da repertorio, con una inedita linea di attacco e di mediana ma costretta anche alla rinuncia ultima di Chiellini, bloccato da un guaio muscolare alla coscia.
In assenza di un'idea lineare di gioco, le scelte di Allegri sono rimaste nel frullatore. Aiutata dalla fortuna, un palo dei catalani nel primo tempo, la squadra bianconera ha faticato a trovare soluzioni logiche, ancora lenta nelle partenze di Khedira e imprecisa in Pjanic, dunque là dove il gioco deve nascere qui si spegneva, mentre Higuain è sembrato più nervoso che pratico ed efficace come, invece, nelle ultime apparizioni. Dybala ha giocato da solo, contro tutto e tutti, andando due volte al tiro. Di certo non superare il Barcellona che non ha più Neymar (protagonista contro il Celtic, con il Paris Saint Germain) e con Messi part time, deve pur significare qualcosa, sul momento della Juventus, ma dovrebbe insegnare molto altro alla dirigenza juventina, sullo stato delle cose che stimolano Allegri e che vengono trasmesse al gruppo.
La Roma è rimasta in piedi fino alla prodezza acrobatica del francese Griezmann. Ha resistito alle voglie non irresistibili dei materassai dell'Atletico, non si è distesa ma è stata stesa da quel gol che concede alla squadra di Diego Simeone le ultime possibilità di riprendere dignità e qualificazione anche se a Londra, con il Chelsea di nuovo contizzato, sarà molto dura per gli spagnoli, mentre per la Roma il Qarabag potrebbe (deve) rappresentare il grande salto in avanti.
Totale, tre squadre, una sola vittoria, quella del Napoli, una sconfitta e un pareggio.
In fondo siamo in linea con il quadro generale del nostro football. Mentre le inglesi, tutte e cinque, passano il turno in testa ai rispettivi gironi. Come direbbe il sorridente Allegri, questo è il calcio. Degli altri.
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