Calcio

Il futuro di Inter e Milan in un aprile di fuoco con le verità Champions

I quarti contro Benfica e Napoli, ma anche la vitale qualificazione alla prossima edizione

Il futuro di Inter e Milan in un aprile di fuoco con le verità Champions

Ad aprile ci sarà da divertirsi. Noi che guardiamo, almeno. Un mese che darà verdetti e non farà prigionieri. Un mese per battere anche i fantasmi. Come quello di Conte, tornato ad aleggiare sulle panchine di Serie A, come se fosse possibile che l'Inter, per esempio, dopo avergli pagato 7 milioni per consentirgli di andare via e sbattere la porta, lo richiamasse per metterlo al posto di Simone Inzaghi. Con che logica? E con quali soldi? A meno che Conte non si ritenga pagato con quella buonuscita e torni gratis e senza pretese di avere una squadra più forte di quella che ha lasciato 2 anni fa, ché non l'avrebbe.

Aprile sarà un mese difficile per l'Inter e soprattutto per Simone Inzaghi, perché il calcio è strano, almeno a Milano. Inzaghi ha vinto la Supercoppa, è in semifinale di Coppa Italia, ha vinto gli ultimi 2 derby, ha 2 punti in più in classifica di Pioli eppure mentre il presidente rossonero Scaroni non perde occasione per ribadire che il Milan è in buone mani e soddisfatto del suo allenatore, dall'Inter filtrano continuamente dubbi sulle capacità di Inzaghi, che pare persino strano non l'abbiano già esonerato.

Summit, processi, faccia a faccia, poi guardi la classifica e scopri che l'Inter è davanti al Milan. Vero, ha perso 9 partite su 27, cioè 1 ogni 3. Però Pioli, cioè il Milan, ne ha perse 7, mica nessuna. E nel frattempo ha segnato di meno e subito più gol dell'Inter. E la sua squadra ha lo scudetto sulla maglia.

Obiettivo Champions, quella in corso. Vallo a capire chi ha pescato peggio fra Inter e Milan, di certo il derby sarebbe stato più equilibrato e palpitante: più brutto se perso, ma più facile da vincere. Pioli è sfavorito contro Spalletti, almeno così dice la logica della stagione: l'andata e ritorno in Coppa non è il campionato, ma nemmeno l'imprevedibilità della partita secca. Il Milan conta sul suo dna europeo, Pioli farebbe meglio a puntare su Leao, Theo e Maignan, tutti protagonisti in nazionale (anche Krunic, in verità; non CDK). Domenica, il gustoso anticipo allo stadio Maradona. Importante per entrambe, ma indubbiamente più per il Milan, che un anno fa proprio a Napoli ottenne con una vittoria un pezzo del suo scudetto. L'obiettivo, stavolta è la Champions, quella ventura. Cioè essere il 4 di giugno fra le prime 4 in classifica, meglio se fra le prime 3, ché hai visto mai che poi ridanno i punti alla Juventus e sono dolori.

Inzaghi e l'Inter vanno in campo sabato nel tardo pomeriggio, a San Siro contro la Fiorentina. Il Belgio ha rigenerato Lukaku, vediamo se beneficerà anche l'Inter. Inutile dire che conterà solo vincere, sennò altri summit alla vigilia dell'ennesimo faccia a faccia con la Juventus, in palio la finale di Coppa Italia.

Fra l'andata che si gioca martedì a Torino e il ritorno del 26 aprile a Milano, c'è nel mezzo la doppia sfida col Benfica, che può dare un senso profondo alla stagione di Inzaghi e un altro incasso a Zhang, sempre pressato dai conti e dalle voci di cessione.

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