Garcia: «Ripeteremo San Siro» Rafa: «Vedranno la nostra forza»

Due tecnici stranieri che si stimano (Garcia e Benitez), un possibile ospite d'onore in tribuna (Diego Maradona), la presenza del presidente giallorosso Pallotta che torna a distanza di un mese dal derby («non sono stupito della squadra, lo avevo detto due mesi fa che saremmo stati la sorpresa più grande»), poco più di 40mila spettatori, un record negativo per la partitissima dell'Olimpico, complice l'aumento dei prezzi dei biglietti operato dal club.
Si gioca di venerdì in una Roma già militarizzata per la manifestazione No Tav che ha consigliato l'anticipo di 24 ore del supermatch dopo che si era addirittura prospettato il rinvio o addirittura l'inversione del campo. Entrambe soluzioni che non piacevano a nessuno. Da un lato ci sarà «una macchina che va velocemente, abbiamo trovato tutti i semafori verdi, ma non dobbiamo dimenticarci di mettere la benzina», la nuova massima di Garcia; dall'altro la prima inseguitrice che «cerca una dimostrazione di forza, anche se il campionato è una corsa di resistenza e non si decide certo in questa partita», le parole di Benitez.
A Trigoria si respira un entusiamo misurato: la sosta del torneo ha un po' annacquato la striscia monstre e le nazionali hanno riconsegnato al tecnico di Nemours elementi acciaccati (vedi Strootman e Gervinho) o reduci da imprese storiche (vedi il bosniaco Pjanic). «Il Napoli è favorito, è costruito per vincere il titolo e per giocare la Champions, in pratica ha due squadre dello stesso livello. Ma noi proveremo a fare l'exploit, in Italia usate questa bella parola francese?», dice con il sorriso Rudi Garcia. Che affronta il suo modello di allenatore sin da quando andava a seguire il suo lavoro al Valencia. «Ma la sfida è Roma-Napoli, non Garcia-Benitez», sottolinea il sergente giallorosso. Dopo aver messo la chiesa al centro del villaggio, vorrebbe anche proseguire la striscia (otto su otto come la Juve del 1931 e del 1986), anche se sarà costretto a cambiare qualcosa nell'undici iniziale. Così tornerà Maicon, Torosidis (favorito) e Dodò si giocano la maglia dello squalificato Balzaretti, Bradley e Ljajic si scaldano per sostituire chi ha problemi fisici. «Ho detto alla squadra di non dimenticarsi la partita di San Siro, come se fosse stata giocata ieri o l'altro ieri...», così Garcia ha spronato i suoi. Pensando anche che il Napoli avrà la sfida di Marsiglia che «non potrà sbagliare, ma darà comunque il massimo contro di noi».
Anche Don Rafè ha i suoi problemi di formazione («su Albiol e Higuain deciderò all'ultimo momento, con lo staff e con il cuscino...»), intanto elogia Insigne («può essere un giocatore importantissimo per il Napoli e per l'Italia, sta capendo che deve giocare sempre a certi livelli») e Garcia. «Era un buon allenatore prima, ora è migliorato perché ha più esperienza - così Benitez sul collega -. Gli piace una squadra che palleggia e riparte veloce, si è ben adattato ai giocatori di cui dispone alla Roma».

Lo spauracchio maggiore resta Francesco Totti («è un grandissimo campione ma non lo marcheremo a uomo») anche se il tecnico di Madrid confida sul suo Napoli. «Loro sono in fiducia, noi pure anche se siamo al 75 per cento. Se vinciamo, dimostriamo la nostra forza. Se invece non faremo bene, continueremo a lavorare».

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