Se a un tifoso di Genoa o Sampdoria provi a dire che il derby è una partita come le altre lui ti prenderà per pazzo. Perché il derby a Genova è molto di più. Si vive tutto l'anno: nei bar, in strada, negli uffici, in famiglia. Genoa contro Sampdoria è soprattutto genoani contro sampdoriani in un crescendo di sfottò e ironie che salgono di tono e livello fino al giorno della partita, il momento della verità. Chi vince gode e può permettersi di «abusare» verbalmente del rivale, chi perde soffre e tace. Almeno fino alla prossima sfida.
Un anno di sofferenza per novanta minuti di passione in campo con entrambe le squadre in salute e affacciate nella zona nobile della classifica. Gasperini, tecnico rossoblù, gonfia il petto: «Loro sono forti ma noi non ci sentiamo inferiori». Mihajlovic non si nasconde, fa il filosofo, cita Churchill e Che Guevara ma poi chiosa: «Voglio vincere». Entrambi hanno scelto allenamenti a porte chiuse blindatissimi ma i dubbi sembrano essere solo di facciata. 3-4-3 con impostazione più difensiva per il Genoa con Pinilla centravanti e Matri in panchina, 4-3-3 con tridente puro per la Samp, con Okaka spalleggiato da Eder e Gabbiadini.
Pronostico? Impossibile.
E difficile sarà anche prevedere come vivranno la stracittadina i due presidenti, Enrico Preziosi e Massimo Ferrero, (all'esordio in un derby) due personaggi sempre e comunque sopra le righe e che a perdere non ci stanno mai. Prima si sono punzecchiati poi si sono stretti la mano in lega calcio. Sicuramente stasera daranno spettacolo, anche loro. In quella che mai, sotto la lanterna, sarà possibile definire una partita come tutte le altre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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