Per fortuna del Milan, Gattuso non è il tipo da lasciarsi abbagliare dai complimenti raccolti a Torino sabato notte. «Brucia perdere così dopo una prova del genere» è stata la sua analisi più concreta e aderente di tante altre. «E Calhanoglu doveva muovere il culo per recuperare su Cuadrado in occasione del 2 a 1 juventino» la sua cruda opinione che non ha risparmiato il turco, autore di quella traversa sull'1 a 1 che ha forse illuso il Milan e i suoi tifosi. È stato utile, in vista del derby, quel ghigno amarognolo di Gattuso per far capire ai più che la stagione delle spiegazioni è finita ed è giunta, improvvisa, quella dei conti da onorare. È vero: nel 2018 il Milan ha collezionato una discreta provvista, 25 punti ma non sono sufficienti a rendere plausibile la rincorsa al quarto posto. È vero anche che sempre nello stesso periodo i gol subiti, 8, sono così pochi rispetto alle precedenti abitudini da far lucidare il lavoro e l'organizzazione nel frattempo intervenuti. Tutto ciò non è sufficiente a nascondere il deficit conclamato dell'attacco e in particolare la girandola dei tre centravanti, soluzione finale adottata da Gattuso per provare a risolvere il rompicapo. Qui i numeri hanno una loro forza espressiva: in tre, Kalinic (4 reti), Andrè Silva (2) e Cutrone (7) hanno realizzato in campionato la miseria di 13 gol a dimostrazione che nemmeno insieme fanno una produzione degna della Champions league. Gattuso ha fatto di tutto. Prima ha dato retta al fiuto promuovendo quel ragazzo di Cutrone che ha evidenti limiti tecnici ma che si trascina dietro un entusiasmo capace di spostare le montagne. Poi ha fatto l'aziendalista provando a rilanciare Andrè Silva che si è salvato dall'oblio grazie ai due sigilli tra Genoa e Chievo che hanno fruttato la bellezza di 6 punti. Nelle sfide di rango, Arsenal a Londra in Europa league e Torino con la Juve in campionato, ha più deluso che mantenuto le promesse, di qui le dure critiche dei tifosi per la scelta del portoghese contro la Juve. Infine sta riprovando con Kalinic, voluto da Montella, partito maluccio, rimasto fuori per infortunio, tornato, passato alla cronaca come lo sciupone di coppa Italia e infine messo alla porta perché faceva il lavativo in allenamento. Ieri Gattuso ha provato a rimettere il croato sotto carica, come un cellulare, nella speranza che possa tornare utile per il derby. Un centravanti da 20 gol è quello che manca al Milan del futuro per diventare qualcosa di più di quello che incarna oggi, un progetto di squadra. Bonucci, sabato notte, l'ha detto chiaro.
«Per migliorare avremo bisogno di top player» il suo suggerimento. D'accordo ma con quali risorse? E con quale mercato se le prospettive, al momento, sono quelle di auto-sostentamento in caso di mancato rifinanziamento del debito di Youghong Li?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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