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La Germania tira la volata ma il governo frena la A. E nel Toro c'è un positivo

Svolta della Merkel: "La Bundesliga riparte". Spadafora scivola: "Curve contro la ripresa"

La Germania tira la volata ma il governo frena la A. E nel Toro c'è un positivo

Se si riparte bisogna farlo con la massima prudenza. Non sono ammessi errori, non si può gettare il lavoro di mesi per la fretta di riprendere. Questo il messaggio che arriva dalla Germania, questa anche la posizione del ministro dello sport italiano Spadafora nel giorno in cui la serie A è divisa tra la guarigione di Dybala e la positività di un calciatore del Torino. Ma andiamo con ordine: la Germania torna in campo. La Merkel ieri ha dato il suo benestare. Sta alla Lega tedesca decidere se ripartire il 15 maggio (come vorrebbero il maggior numero dei Länder) o se aspettare il 22 come chiedono a Brema (ultimo club ad aver ripreso gli allenamenti) e dare due settimane di tempo a tutti per riprendere l'attività completa.

Dettagli, anche se la Merkel e gli altri membri del governo hanno comunque messo in guardia club e calciatori: «Ovviamente, i giocatori andranno testati regolarmente, che è una cosa diversa rispetto a testare qualcuno solo una volta all'inizio e alla fine della quarantena. Questa è la base». Mentre il Governo inglese ha deciso che i calciatori dovranno attendere fino al 18 maggio per tornare a lavorare nei rispettivi centri sportivi, rinviando così di una settimana la video-riunione dei club della Premier che dovrà ufficializzare il protocollo di sicurezza. L'Italia vuole proseguire sulla strada della massima attenzione: «La mia linea, così come quella del governo, non è mai cambiata - ha spiegato Spadafora -. Auspichiamo tutti che i campionati possano riprendere regolarmente, ma a oggi è impossibile definire una data certa, prima di verificare come andrà la curva dei contagi nelle prossime due settimane». Per il ministro il dibattito è fuoriluogo anche perché ci sono milioni di italiani che «temono per la loro salute e il lavoro, questo è un dibattito stigmatizzato anche da diverse tifoserie organizzate».

Al tempo stesso però il premier Conte ha quasi dato l'impressione di voler essere più elastico del suo ministro, al quale non ha risparmiato una tiratina di orecchie: «Raccoglieremo le richieste della Federcalcio e delle altre federazioni per avere un quadro d'insieme sulla ripartenza delle attività sportive. Non ho messo ancora mano al dossier, è giusto che gli stakeholders del mondo sportivo e calcistico facciano un confronto diretto con il governo ai massimi livelli. Naturalmente considerando le raccomandazioni del comitato tecnico-scientifico». Serve massima cautela. E Spadafora ha ribadito che «al momento fanno testo quei Paesi che hanno deciso di interrompere in maniera definitiva i campionati». Olanda e Francia, alle quali a breve si potrebbe aggiungere il Belgio, che ieri ha vietato le competizioni sportive fino al 31 luglio. In Spagna è stato proclamato lo stato d'emergenza fino al 24 maggio mettendo a serio rischio la Liga. Si torna a giocare in Turchia dal 12 giugno ed è stata confermata la finale di Champions per il 29 agosto.

Mentre l'Italia resta in altalena. E lo dimostrano anche i casi provenienti dalla Serie A: mentre Dybala è finalmente risultato negativo a due test di fila e ha così il virus alle spalle, è emerso un nuovo caso di positività al Torino (che per la privacy non ha comunicato il nome del tesserato).

Una notizia favorevole al partito della ripresa, un'altra di chi vuole fermarsi.

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