Innsbruck. Vincenzo Nibali è abituato a volare alto, e non ha problemi ad ammettere come stanno le cose. «L'avevo detto che avrei corso al buio, a fari spenti, senza riferimenti, difatti a venti chilometri dal traguardo mi si è spenta la luce. Sapevo di non essere super, di non essere al top, e purtroppo ho avuto ragione. La squadra? Bellissimo gruppo, bella prestazione: Gianni (Moscon, ndr) prima o poi il mondiale lo vincerà. Ha stoffa e classe da vendere. Io? Spero di chiudere bene la stagione, per quanto riguarda il sogno iridato voglio pensare positivo: se l'ha vinto Valverde a 38 anni, qualche speranza ce l'ho anch'io».
Gli fa eco il regista degli azzurri, Franco Pellizotti: «Abbiamo un Moscon che sicuramente nei prossimi anni potrà ambire a questa maglia. La salita oggi è sempre stata fatta a ritmo molto alto, non si riusciva a fare la differenza. Nel finale abbiamo provato anche noi perché Gianni stava bene, alla fine ha vinto un corridore eccezionale come Valverde, che si meritava questo riconoscimento».
Franco anche Domenico Pozzovivo, forse il meno
brillante degli azzurri: «È stata una corsa molto dura e tirata, purtroppo non era la mia migliore giornata. Ho sofferto molto in salita, pensavo di poter essere più utile, ma le gambe purtroppo erano quelle che erano».PAS
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