Sport

Gigio dice no al rinnovo "Scelta tecnica e personale"

Raiola comunica la decisione. Fassone: "Amareggiati ma andiamo avanti". E Yonghong Li lo blocca: "Incredibile"

Gigio dice no al rinnovo "Scelta tecnica e personale"

Milano Raiola e Donnarumma hanno detto no. No al Milan, no ai 4,5 milioni l'anno per 5 anni proposti come stipendio, no all'eventuale ricca clausola di salvaguardia. Senza neanche discutere o strappare condizioni più vantaggiose, hanno detto semplicemente no, non rinnoviamo. E quelle parole spese dall'interessato in una intervista pubblicata qualche giorno fa hanno avuto l'amaro sapore di una beffa ai danni dei tifosi rossoneri. Gli ospiti (Mino e il cugino Enzo scortati dall'avvocato Rigo) arrivati nel primo pomeriggio a Casa Milan hanno spiegato a Fassone in un colloquio durato pochissimo, meno di 40 minuti tra convenevoli e qualche bibita fresca, il no con generiche «motivazioni tecniche e personali». Proviamo a decifrarle. Motivazioni tecniche significa nessuna fiducia nel nuovo corso, allenatore e rinforzi già arrivati compresi. Motivazioni personali: e qui Raiola e l'avvocato Rigo hanno tirato in ballo la rivolta dei tifosi contro il proprio assistito durante la quale il Milan non avrebbe garantito alcuna assistenza.
«Questo rifiuto ci amareggia, ma il Milan va avanti» la reazione contenuta dell'ad rossonero. A casa Milan non sono rimasti spiazzati: era di pessimo umore Mirabelli da qualche giorno, era pessimista Fassone fin dalla giornata di mercoledì, dunque preparati al doloroso epilogo che ha provocato uno sconquasso tra i tifosi ed è destinato a scavare un baratro tra Donnarumma, la sua famiglia e il mondo rossonero. Sul web sono volati insulti e offese di ogni tipo: sarà impossibile ricucire nei prossimi mesi il rapporto scandito da affetto e coccole anche dinanzi a vistosi errori. Non sono mancati gli inviti di parte, dei tifosi juventini («vieni da noi») disposti a dimenticare persino la scena di Torino quando Donnarumma baciò la maglia milanista sotto la loro curva gridando «sempre con loro succede, sempre con loro», dopo il rigore contestato.
Raiola, e al seguito la famiglia del calciatore, non ha mai avuto la tentazione di lasciare Donnarumma al Milan dei cinesi. Con i nuovi azionisti ha usato in passato espressioni offensive e si è rivoltato contro Mirabelli quando ha saputo delle telefonate a papà e mamma per ottenere un aiuto nella trattativa. Ha giocato una mano di poker e adesso è pronto ad attendere la mossa di Yonghong Li che dalla Cina ha già parlato ed espresso il suo parere. «Donnarumma è incedibile» ha dettato. Fassone ha chiuso il portone: «Gigio finirà il suo contratto il 30 giugno del 2018». Come per dire: è cominciato il braccio di ferro. Perché Raiola non lascerà Donnarumma soffrire in tribuna per un anno intero, proverà a presentare qualche proposta (il Real la più accreditata al momento) per evitargli oltre che il veleno di San Siro anche il rischio di restare fuori dai 23 azzurri del mondiale in Russia. E qui scopriremo di che pasta sono fatti i cinesi. «Hanno speso quasi 800 milioni per acquistare il club, non vanno in fallimento rinunciando a 30-40 milioni», il commento circolato ieri in via Aldo Rossi.
Di sicuro il danno procurato da Donnarumma, dalla sua famiglia e da Raiola, non è di poco conto. È tecnico perché adesso Mirabelli dovrà mettersi a caccia di un portiere titolare da offrire a Montella per l'inizio della stagione. Ed è anche d'immagine perché Raiola ha di fatto rovinato con uno sbrego il quadro idilliaco che la nuova società aveva faticosamente ricostruito con una serie di operazioni sul mercato e dintorni (gli arrivi di Gattuso e Abbiati) molto apprezzate. I nomi che hanno preso a circolare sono quelli di Neto (in uscita dalla Juve), di Szczesny (potrebbe preferire il ruolo da titolare a quello di secondo di Buffon) e infine di Reina (in rotta col Napoli). Lo schiaffo di Raiola al Milan lascerà tracce anche nel rapporto con gli altri suoi assistiti.

Abate ha già un concorrente dietro la porta (Conti dell'Atalanta), Bonaventura ha un contratto lungo, appena rinnovato, Rodrigo Ely alla ricerca di una dignitosa sistemazione.

Commenti