Cosa ci fa Mario Gomez solo nello spogliatoio dello Stoccarda con uno straccio in mano? Uno che vanta 170 gol in Bundesliga (undicesimo miglior marcatore della storia del torneo), 31 in nazionale e ha una bacheca ricca di titoli nazionali (ha vinto 4 campionati fra Germania e Turchia oltre a 4 coppe) e internazionali (con il Bayern Monaco ha vinto la Champions League del 2013). Semplice, è la penitenza che ha deciso per lui il destino. Questo perché mister Tim Walter ha deciso di impostare le sedute di allenamento in maniera davvero particolare: a ogni seduta assegna dei punti per ogni singolo esercizio. Chi a fine allenamento ha totalizzato il punteggio più basso viene punito.
Pur essendo uno dei club più importanti della Bundesliga, lo Stoccarda negli ultimi anni non è riuscito a confermarsi sui livelli che gli competono: attualmente è in seconda divisione, retrocesso a maggio dopo aver perso lo spareggio con il piccolo Union Berlino, club che mai era riuscito a salire nella massima serie tedesca. Per questo serviva maggiore attaccamento alla maglia, serviva maggiore professionalità. Per responsabilizzare i giocatori e far sì che si impegnino al massimo in ogni singolo allenamento Walter ha introdotto la cosiddetta ruota della sfortuna all'interno dello spogliatoio. I giocatori che a fine allenamento hanno fatto peggio la devono girare e, in base al simbolo che viene indicato dalla linguetta affissa sulla ruota, devono sottomettersi alle penitenze più disparate: da una lunga serie di flessioni, fino alla corsa con un compagno in spalla, passando per la pulizia dello spogliatoio. Sulla ruota però c'è anche un jolly che salva i giocatori dalle penitenze.
Fatto sta che da Mario Gomez, simbolo del club (con cui vinse il campionato nel 2007), all'ultima delle riserve, sono tutti obbligati a dare il massimo a ogni allenamento, onde evitare punizioni e sfottò dai compagni. «Le penitenze sono davvero fastidiose, ma è giusto che lo siano», ha spiegato il centrocampista Philipp Klement. Lo Stoccarda, in realtà, non è il primo club tedesco a usare questo curioso metodo per stimolare i giocatori: lo stesso mister Walter ha introdotto la ruota della sfortuna anche a Kiel, dove ha allenato fino al termine della scorsa stagione. A Lipsia, club impegnato in Bundesliga e in Champions League, c'è una filosofia simile. Ralf Rangnick, che nella passata stagione era tecnico e ora è direttore sportivo del club, ha pensato alla ruota della sfortuna per punire i giocatori che non rispettano le regole dello spogliatoio: se, per esempio, si utilizza il cellulare in luoghi proibiti, si è poi costretti a gonfiare i palloni e a pulirli a fine allenamento.
Chi si presenta al campo senza la divisa di rappresentanza può finire a lavorare per un pomeriggio nello store ufficiale del club come commesso. Ed ecco che in Germania la ruota della sfortuna prende sempre più spazio. E diventa l'incubo dei giocatori.
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