Una giornata in testacoda ma è sempre Juve-Napoli

La Signora con l'Empoli, Sarri va a Udine: nelle ultime otto tappe sarà guerra di nervi. Ma nemmeno le assenze di Dybala, Marchisio e Alex Sandro possono turbare i bianconeri

Una giornata in testacoda ma è sempre Juve-Napoli

Claudio De Carli - Non è vero che gli ultimi saranno i primi, è una storia che gira ma non è così. Almeno nel calcio. Comunque oggi, ripresa del campionato con la 31ª giornata, le ultime sfidano le prime, apre Carpi-Sassuolo, dieci posizioni di differenza in classifica, in serata Juventus-Empoli, altrettante. Domenica Udinese-Napoli, 14 posizioni, Atalanta-Milan, 8, Chievo-Palermo, 9, Fiorentina-Sampdoria, 11, Genoa-Frosinone, 7, Inter-Torino, 8, Bologna-Verona è la decima contro la ventesima, perfetto. Resta fuori il derby di Roma, metal detector e unità di reparti a cavallo della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri per garantire la sicurezza e l'ordine pubblico. Perfetto anche questo. Qualcuna delle piccole farà il colpo, di mezzo ci sono sempre le motivazioni a fare la differenza più della posizione di classifica, ma il gap in alcuni casi è una voragine, cosa può dire il povero Giampaolo che ha praticamente la metà dei punti della Juventus? Niente, va e se la gioca, anche perché Allegri gli ha fatto sapere che questo Empoli non è sotto pressione, ha raggiunto il suo scopo e quindi stia sereno. Otto punti da Palermo e Carpi a otto dalla fine non sono poi tutta questa tranquillità, e non è lo Juventus Stadium il posto dove andare a mettersi al sicuro: «Ma non è una partita impossibile - ha voluto spiegare Giampaolo -. Abbiamo bisogno di punti, sulla carta è proibitiva ma non deve essere una scusa. Dobbiamo muovere la classifica per non ritrovarci in affanno nelle ultime gare, la partita con la Juventus può darci una spinta straordinaria per il finale di stagione». E poi ha tirato in ballo tecnica e intensità. Non avrà Laurini e Livaja, Saponara e Tonelli non sono al top, ma anche alla Juventus manca qualcuno, con la differenza che Allegri riesce sempre a sopperire alle assenze, se non gioca Dybala c'è Morata, manca Alex Sandro e mette Evra, non c'è Marchisio ecco Sturaro. Grandi mezzi e una macchina da guerra, ieri praticamente ha detto che ormai ha dei giocatori che non hanno più niente da imparare. Non ha proseguito ma è come se avesse aggiunto che chi non ha ancora capito cosa sia il traguardo storico dei cinque scudetti consecutivi, allora significa che non è tagliato per stare alla Juve: «C'è solo da gestire mentalmente il vantaggio dei tre punti sul Napoli. Magari incrementandolo. Io? Io non scappo».E e poi ha chiuso la sua conferenza prepartita. Sarri gioca il giorno dopo alle dodici e trenta. Penserà che lo stiano facendo apposta, infatti ha deciso che alla prima occasione dirà che giocare conoscendo già il risultato della Juventus è un vantaggio. In fondo il loro duello per il titolo è l'unico che attizzi un po', tutti ci stiamo sforzando per tenerlo vivo.Dopo mezzogiorno di domenica poi si entra nelle paludi, niente di scontato, il Milan va a Bergamo con tutto per aria, futuro, allenatore, rosa, Di Francesco con poco tatto ha fatto sapere che lui non va dove c'è confusione, peccato, è sempre molto più divertente che allenare in collegio.

Fiorentina e Inter giocano in casa e possono accorciare ma è solo un'ipotesi, Sousa e Mancini hanno poco tempo davanti, non è vero che il campionato è ancora lungo, per loro non è così, ogni punto perso è una piccola tragedia. Per il resto tutto bene, è intervenuto Mino Raiola e ha spaiato le carte, così Ibra si è arrabbiato e adesso chiede almeno 750mila euro a settimana. Difficile che torni da noi.

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