C alcio di lacrime. Dopo le commozioni di Allegri e Agnelli, lacrime di Abate e poi di Barzagli al loro passo di addio. L'Inter, però, è un pianto vero, buscandone molte, anzi troppe, a Napoli, complicandosi la vita e il futuro nella coppa più importante. Intanto la Juventus saluta il suo allenatore con striscioni e appalusi mai riservati e dedicati, in cinque anni di successi, e Allegri restituisce il calore con una prova sofferta, secondo usi e costume, contro l'Atalanta degna di un terzo posto imprevedibile grazie alla vittoria facile del Napoli. Patetica la Fiorentina, così come il Genoa, Montella e Prandelli, allenatori alla memoria, si sfideranno all'ultima domenica per evitare la retrocessione che per il club di Diego&Andrea Della Valle sarebbe una mortificazione clamorosa, dopo le presunzioni e la fuffa dialettica di questi anni.
Milan vero, Gattuso fa il suo nonostante le correnti interne, l'Europa è sicura, qualcosa in più sarebbe il premio giusto. Idem come sopra per la Roma che è Rometta, in campo e soprattutto in società, sparsa tra Boston, Londra e Trigoria mai veramente presente.
La serie A, dunque, riserva gli ultimi colpi di scena, mercato aperto tra gli allenatori, gente che va e gente che non viene. Pavel Nedved, indicato come il killer di Allegri e ricoperto di insulti, insieme con il proprio figlio, sui cosiddetti social, dice di avere le idee chiare, la squadra bianconera, invece, è annebbiata, il suo gioiello, Cristiano Ronaldo, usa frasario da postribolo che deve avere appreso sui banchi di scuola italiani e giustamente viene ammonito, Mandzukic salva la faccia all'ultima uscita all'Allianz che viene celebrata anche con l'espulsione di Bernardeschi, roba davvero buffa se non fosse seria.
La situazione dell'Inter è di sicuro la più incredibile, le quattro sberle di Napoli sono una mortificazione soprattutto per quel garbato allenatore toscano che insulta i cronisti, di Roma e di Milano.
Il musino un po' bianchino e un po' smunto, anche con pizzetto aggiunto, è il suo, senza se e senza ma, ed è giusto, dunque, che Spalletti Luciano si faccia da parte, per il bene dell'Inter, della buona educazione e della nostra chiara lingua madre.
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