"Giro in elicottero, ma voglio volare in casa..."

La stella del biathlon alla vigilia dei Mondiali di Anterselva: «Che emozione, davanti alla mia gente»

"Giro in elicottero, ma voglio volare in casa..."

Occhi azzurri, viso d'angelo e una femminilità dirompente che non trascura di mettere in bella mostra sui social. La regina delle nevi si chiama Dorothea Wierer e dopo aver conquistato prima azzurra a riuscirci - lo scorso anno la Coppa del Mondo generale e un oro iridato, è entrata prepotentemente nelle case degli italiani. Dorothea ha avuto il merito di aver sdoganato il biathlon, sport che unisce due specialità diverse come sci di fondo e tiro con la carabina. Nonostante il successo, l'altoatesina resta uno dei rari casi di campionesse della porta accanto. «No, non sono la Vonn del biathlon, lei è di un altro livello».

Cosa si prova ad essere la prima italiana a vincere la Sfera di cristallo?

«Devo essere sincera: non avrei mai immaginato di farcela. A un anno di distanza, lo posso dire: tanta roba».

La popolarità le ha stravolto la vita?

«In effetti, il dopo è stato molto impegnativo perché giravo da un posto all'altro come una trottola e sono stata poco a casa. Ma fa parte del gioco».

Novità di quest'anno, va in giro con l'elicottero come le dive del cinema.

«Ma io non mi sento una diva. Però sì, da qualche mese mi sposto con l'elicottero. Dopo quello che è successo a Kobe, però, un po' di apprensione ce l'ho».

Dicono che le manca l'oro olimpico.

«Sono più gli altri a pensarci... Il biathlon è complicato, diverso dagli altri. Potrei anche concludere la mia carriera così. C'è di peggio nella vita (ride, ndr). Eppoi».

Dica.

«Eppoi io non sono una da grande appuntamenti, sono più continua nell'arco di una stagione».

Sì, però quest'anno dal 13 febbraio c'è il Mondiale in casa, nella sua Anterselva! È l'occasione della vita?

«Sarà emozionante gareggiare in casa, davanti alla mia gente. Certo, avrò un po' di pressione in più».

Cosa rende Anterselva magica?

«Il panorama mozzafiato. Quando sei allo stadio del biathlon e vedi tutte quelle montagne attorno a te... che spettacolo! Non vedo l'ora che arrivi il Mondiale, con stadio pieno e tanto tifo».

L'infortunio di Paris le mette più pressione sulle spalle?

«Mi è dispiaciuto, visto che siamo andati a scuola assieme. Poteva vincere la coppa».

In Germania, al contrario nostro, il biathlon entra negli stadi di calcio.

«Sì, e ora ha conquistato anche il cuore dei francesi. Ma io ho un sogno per l'Italia».

Prego.

«Mi piacerebbe che il biathlon arrivasse nelle grande città. Penso a Verona, che l'anno scorso ha accolto l'arrivo del Giro d'Italia. Ma quanto sarebbe bello mettere un poligono dentro l'Arena?».

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