Sport

Il Giro perde la pazza favola di Girmay. Ma si riscopre italiano per caso con Alberto

Dainese regala la prima vittoria azzurra in questa edizione ma ha fatto la volata solo perché il compagno non stava bene

Il Giro perde la pazza favola di Girmay. Ma si riscopre italiano per caso con Alberto

Uno stappa, l'altro scappa, nel senso che se ne torna a casa: suo malgrado. Uno riesce a festeggiare con lo spumante in mano senza farsi fregare dal turacciolo, l'altro si deve arrendere, dopo il colpo all'occhio sinistro che per dirla con gli Svizzeri interpretati da Aldo Giovanni e Giacomo ha «rischiato di rimanere offeso». Uno è Alberto Dainese, 24 anni padovano di Abano Terme, campione europeo under'23 nel 2019, con un passato da cestista, che ieri a Reggio Emilia la Città del Tricolore ha rotto il digiuno italico vincendo una tappa. L'altro è Binian Girmay, il primo corridore dell'Africa Nera capace di vincerne una in un Grande Giro, ma rovina la festa con lo spumante sul palco.

Dal primo Africano al primo Italiano. Se è per questo Biniam Girmay diventa anche il primo a tornarsene a casa per essersi infortunato col tappo dello spumante. Ieri mattina, al risveglio, dopo un'ulteriore visita all'occhio sinistro centrato dal turacciolo, ha deciso di lasciare la corsa. Per lui all'orizzonte adesso ci sono un paio di settimane di riposo e molto probabilmente la partecipazione al Tour.

Non un bene per il Giro d'Italia, che è già povero di talenti e personaggi e ne perde uno bello e splendente, a causa del più banale degli imprevisti. Godiamoci però Dainese, che vince e si racconta. «Mi sto riguardando dice subito dopo la straordinaria volata - volevo essere sicuro di aver vinto proprio io. Questa è la mia prima vittoria di peso, la dedico a tutti coloro che hanno creduto in me anche quando non ci credevo io. E, scusatemi, non so cosa aggiungere, ancora non ci credo...».

Poi la confessione: «Da piccolo giocavo a basket, poi dopo le medie ho smesso di crescere e quindi ho pensato di piantarla lì, anche se per un velocista l'esplosività della pallacanestro mi è servita. La bici l'ho scoperta dai nonni, guardavamo insieme il Giro d'Italia e mi sono innamorato». Poi rivela: «Doveva fare la volata Bol, poi mi ha detto che non stava bene e mi sono trovato a ruota di Bardet. Fa una certa sensazione avere un corridore che lotta per la generale che accetta il rischio di gettarsi in una volata per lanciarmi. Io sono entrato senza frenare nell'ultima curva per arrivare il più davanti possibile. Romain è molto scaltro, per essere uno scalatore si muove molto bene nelle volate, mi tirava già le volate alla Vuelta dello scorso anno».

Col tappo nell'occhio che manda ko Girmay, il ciclismo allunga la lunga serie di esultanze sportive finite male. Galleria ricchissima nel calcio, vedi alla voce Martin Palermo, attaccante argentino: in una gara di coppa sul campo del Levante, dopo un gol corse sotto la curva dei propri tifosi, che per l'entusiasmo fecero cadere il parapetto coi cartelloni pubblicitari, travolgendo il loro idolo. Risultato: tibia e perone sbriciolati e stagione finita.

Ma Bini non è secondo a nessuno.

Commenti