La faccia soddisfatta di Roberto Mancini e la sicurezza ostentata nel lanciare tanti giovani in una sola partita sono i segnali della giusta ripartenza. Il ct, al 50° gettone sulla panchina azzurra, è tornato ad avere la squadra in pugno dopo i balbettii del gruppo nei mesi post Europeo. A Coverciano in questi giorni lavorano nomi nuovi e ragazzi bravi e interessanti. Giusto vederli all'opera nel «laboratorio» Nations League che ha intanto mostrato il ct abbandonare la strada che aveva portato l'Italia a vincere l'Europeo (ma anche a non qualificarsi per il Mondiale) e cercare soluzioni alternative.
Ecco così il ritorno ad alcuni canoni della tradizione del nostro football: meno palleggio e gioco orizzontale, più verticalità, grande compattezza difensiva con una maggiore ricerca del pressing individuale piuttosto che quello collettivo. In pratica la Nazionale ha ritrovato quell'elasticità tattica che dovrà consentire in futuro il mix perfetto tra il sistema «sublimato» dalla vittoria di Wembley e questa svolta più «all'italiana».
Dunque, la ripartenza avviene da concetti e interpreti diversi. La scommessa Gnonto è l'ennesima vittoria del Mancio, che ha ribadito il concetto già espresso nel passato con Nicolò Zaniolo (il suo debutto il 23 marzo 2019, all'età di 19 anni e 8 mesi contro la Finlandia senza avere minuti giocati in serie A): si possono anche pescare giocatori semi sconosciuti, basta avere l'occhio lungo e un po' di coraggio. Il casting dei giovani promettenti è dunque iniziato a Bologna. Sei esordienti in una sola gara (sono 44 in totale nella sua era, con 76 calciatori impiegati in poco più di 4 anni, ndr) è una novità anche per Mancini, che si era fermato a cinque in Italia-Estonia nel 2020.
E se guardiamo alla storia azzurra del ct jesino, è stato lui a far debuttare nella Nazionale dei grandi il primo 2000 (Kean, con gli Usa il 20 novembre 2018), 2001 (Pellegri, con l'Estonia l'11 novembre 2020), 2002 (Cancellieri) e 2003 (il già citato Gnonto, entrambi sabato contro la Germania). Negli ultimi 12 anni solo Ventura aveva fatto esordire in azzurro un giocatore più giovane, Gigio Donnarumma che debuttò nell'amichevole contro la Francia del 1° settembre 2016 a soli 17 anni, ma per la verità aveva già vestito anche la maglia da titolare nel Milan. A proposito del portiere, resterà con il gruppo a Coverciano nonostante la lussazione del mignolo della mano sinistra, subito ridotta, riportata nei minuti finali della gara con la Germania. Gli esami hanno escluso complicazioni, le sue condizioni verranno comunque monitorate giorno per giorno.
Largo ai giovani, quindi: a Bologna Frattesi del Sassuolo titolare, 26 minuti per Gnonto (Zurigo) autore di un assist e di strappi che hanno messo in difficoltà i tedeschi, 10 per il torinista Pobega, 5 per il granata Ricci e il veronese Cancellieri. E sono pronti a trovare spazio Salvatore Esposito, Gatti e Zerbin, gli altri baby - che giocano in serie B con Spal e Frosinone - al lavoro con i «grandi». «È un momento in cui ci sentiamo molto orgogliosi come Club Italia.
Nel gruppo di sabato avevamo 4-5 giocatori di questo biennio ma anche molti giocatori del biennio che si è da poco concluso, mi riferisco a Bastoni, Frattesi, Locatelli, Pobega, Raspadori, Scamacca», così il tecnico dell'Under 21 Paolo Nicolato. La strada per il futuro è tracciata, vietato però esaltarci troppo e subito.
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