Ai Mondiali era sicura di andare, ma non aveva ancora preparato la valigia perché la sua occasione iridata doveva essere a fine mese in Quebec per quelli Juniores. E invece Sofia Goggia, bergamasca 20enne, si è trovata catapultata dalla fiaba di coppa Europa alla realtà dei Mondiali di Stiria. Nella rassegna continentale è a 71 punti dal vertice, nel massimo circo bianco ha sfiorato di un metro il bronzo "vero". Cinque centesimi di ritardo o di rivelazione? Lei allarga le braccia proprio come sul traguardo del superG che ne ha rivelato il sorriso al mondo. Sofia, la saggia, convocata per merito e fiducia, dopo un dicembre ed un gennaio d'autore in coppa Europa, non credeva che due vittorie ed un secondo posto in discesa e una vittoria e due secondi posti anche in gigante le sarebbero valsi la promozione sul campo. «In superG non ero mai andata forte, meglio in discesa e in slalom, beh se solo potessi allenarmi con costanza, in 20 giorni tutti progrediscono...».
Già, peccato tutti questi impegni e "l'inconveniente" della convocazione fra le grandissime: oggi Sofia correrà in supercombinata (alle 10 e 14 con Merighetti, E.Fanchini, E.Curtoni). Poi farà anche la discesa: in prova è stata la migliore delle azzurre. «La pista mi piace, mi preoccupa piuttosto che la neve non sia uniforme». Costretta agli straordinari fra i grandi, ancora di salvezza in un team in cerca d'autore, Miss Goggia non teme di smarrirsi nella ribalta delle grandi. Mozart e Napoleone sono la sua passione, almeno quanto Ted Ligety e compagni. Già, lo aveva detto: «Vorrei sciare con curve alla Ligety, facile come Marcel Hirscher e con la postura di Tina Maze».
Quanto a tenacia invece le basta quella coltivata in "città alta", fra via Gombito e san Vigilio. Marebbe? «No, casa mia», dove Goggia ama scorrazzare per allenarsi fra le mura. Lei, cittadina, non ha mai lasciato il guazzabuglio urbano per il silenzio delle crode. «Mi dispiace solo per la scuola: le statali non mi accettavano, ho dovuto fare l'ultimo anno da privatista per la maturità scientifica. In Italia la scuola non aiuta gli sportivi». Bergamo per palestra, la "sua" neve è quella di Foppolo. La tenacia l'ha imparata lì e te la snocciola con una "erre" che si prende la scena: «Dopo il terzo infortunio mi sento più forte». In primavera si è rotta di nuovo il ginocchio: «Sono sugli sci solo da settembre». Vai a spiegare la teoria di questa baby campionessa a sua maestà Lindsey Vonn: «In fondo è stato un "toccasana": ho potuto curare la preparazione atletica come mai prima».
Insomma, dall'Europa al mondo senza paura. «In coppa Europa puoi scendere ancora con del margine, in coppa del mondo devi dare solo il massimo». E ai Mondiali? Lei allarga ancora quelle braccia: ancora 5 centesimi e ve lo dico.
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