Il nuovo Milan, quello della campagna faraonica da 200 milioni di euro, costretto ad aggrapparsi ai suoi vecchietti. E, con Bonaventura ko per infortunio, è Suso che si è preso per mano il Diavolo cercando di traghettarlo fuori da una situazione tanto difficile quanto inaspettata. Lo spagnolo, a Verona mercoledì sera, ha dato il via alla goleada dei rossoneri contro il Chievo: «Ne avevamo bisogno ammette senza mezze misure il numero otto del Milan, già quattro reti in campionato un successo che dà fiducia».
Domani, però, è già tempo di super sfida alla Juventus (ore 18, San Siro): «Dovremo far vedere che stiamo migliorando, noi vogliamo ancora crescere. Ma potrà succedere davvero di tutto». E le parole dello spagnolo, di fatto, ricalcano quanto ammesso anche da Allegri, che nel dopopartita di Juventus-Spal aveva cercato di spronare i suoi mettendoli in guardia sulla pericolosità dei rossoneri. Quel «Se contro il Milan giocheremo come stasera usciremo sconfitti» è sembrata una frase forzata ma contenente un fondo di verità e preoccupazione: «Loro sono più forti e molto organizzati ha risposto a riguardo Suso li conosciamo, ma noi dobbiamo essere uniti, provare a tenere la palla, giocare e prendere almeno un punto. Sarà importante non perdere. Dobbiamo dare il 100%».
L'importanza di Suso in questo Milan è chiara analizzando i suoi numeri: nove partite e quattro gol, ai quali sono da aggiungere altri quattro assist e molte situazioni continue di pericolo per le difese avversarie. Ogni volta che ha segnato, a parte il gol nel derby, il Milan ha sempre vinto (contro Crotone, Cagliari e Chievo). Finora una sola panchina, nel match perso contro la Roma. Considerando che per diverse partite Montella ha effettuato esperimenti tattici sulla sua disposizione in campo, è palese notare come Suso sia fondamentale per questa squadra: «Penso di aver iniziato a dimostrarlo già lo scorso anno ha proseguito il diretto interessato ma quest'anno dobbiamo adattarci ai nuovi giocatori. Io sono contento, ma quello che ho fatto è il passato». A conferma della sua importanza in questo Milan anche la parziale confessione dello stesso Montella nel dopogara contro il Chievo, quando il suo «Ho commesso degli errori, spero di averli corretti» era un chiaro riferimento all'aver cercato di adattare Suso in vari ruoli e varie situazioni di gioco. E dunque via il 3-5-2 con lo spagnolo come seconda punta e spazio alla sua inventiva sulla linea laterale. Unite a giocate da campione, parole da leader e all'orgoglio di aver portato la fascia da capitano al braccio: «È stato bello indossarla anche solo per pochi minuti ha ammesso mi sono emozionato tantissimo».
Una fascia che potrebbe avere anche un significato ancora più importante circa il suo futuro: il contratto è stato da poco rinnovato fino al 2022, con tanto di clausola rescissoria a 50 milioni di euro: «Ma io voglio rimanere qui a lungo ha detto se mi sento sacrificabile per questioni di bilancio? Fassone non mi ha detto niente. Se mi voleva vendere doveva dirmelo prima di firmare il rinnovo». Un messaggio lanciato alla società, un segnale chiaro in un momento delicato della stagione.
È da notare come, nelle tre partite in cui Suso è riuscito a segnare e fornire assist (contro Crotone, Cagliari e Chievo), a beneficiarne maggiormente sia stato Cutrone, in
gol in due occasioni: «Ma in attacco mi trovo molto bene anche con Kalinic e André Silva; sono giocatori diversi ma molto forti», ha tagliato corto Suso. La palla ora passa nuovamente a Montella: la Juve è dietro l'angolo.
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