L'ultimo a cedere è stato il Leeds Utd. La Gulf finance house con sede in Bahrain riverserà sul club dello Yorkshire tutti i petrodollari necessari per tirarlo fuori dai guai, tornare a farlo galleggiare e rispedirlo in Premier league dove manca da dieci stagioni. I tifosi sono entusiasti e sognano di riprendersi il dominio del calcio inglese come negli anni Sessanta. Pensano a quelli del City per intere stagioni nel gregge, e prima ancora a quelli del Chelsea di Roman Abramovich, quinta piazza nella gerarchia dei russi più ricchi del Paese dove sono segnalati in ascesa alcuni oligarchi vicini al premier Vladimir Putin, tutti potenziali presidenti di club europei, addirittura il suo sparring partner di judo Arkady Rotemberg. Ma nel 2008 Abramovich era il quindicesimo più abbiente nel mondo con un capitale di 23,5 miliardi di dollari, senza idea di cosa farne se non gli fosse venuto in soccorso il football. Nel 2003 per 60 milioni di sterline si era comprato il Chelsea, spiccioli, dopo dieci anni e un investimento vicino al miliardo tra acquisti e ingaggi lo ha portato sul tetto d'Europa.
A ruota lo ha seguito l'emiro Mansour bin Zayed Al Nahyan, uno dei figli dello sceicco Shaykh Zayed bin Sultan Al Nahyan e fratellastro del presidente degli Emirati Arabi Uniti Khalifa bin Zayed Al Nahayan. Mansour per 210 milioni si è preso tutto il pacchetto Manchester City, club house, campi, parco giocatori e debiti, prima di iniziare a inquinare il mercato. Dal 2008 ha speso oltre 550 milioni per acquistare 24 giocatori e rifondare totalmente il club, portando il City al titolo nella Premier League che mancava dal 1968.
Oligarchi e sceicchi funzionano, i loro soldi fanno vincere e ai tifosi frega zero chi comanda il club, l'importante nel calcio è vincere e loro adesso vincono.
È quello che si aspetta Nasser Al-Khelaifi, cugino dell'emiro Mansour del City che nel frattempo si è comprato anche il Getafe. Adesso è il Paris Saint Germain a dettare legge sul mercato attraverso la Qatar Investment Authority, e Al Khelaifi a comandarlo con il 70 per cento del pacchetto azionario e mano perenne al portafogli. Ha già speso in pochi mesi oltre 263 milioni di euro per gli acquisti di Lavezzi, Ibrahimovic, Thiago Silva, Pastore, Thiago Motta, Verratti e recentemente Lucas Moura. Ingaggi esclusi. Il Psg è in testa alla Liga 1, mina vagante in Champions e sta per ricevere 800 mln di dollari dall'Autority qatariota per la promozione turistica del Paese guidato dallo sceicco Al Thani. È una sponsorship record per il calcio mondiale, in realtà lo sceicco ha in mente di portarsi via tutto. Cifre fuori mercato: l'Anzhi di Samuel Eto'o e dell'oligarca Sulejman Kerimov ha offerto al Barcellona 400mln e a Lionel Messi un triennale a 30 mln a stagione.
Stanno comprandosi il calcio europeo finito sotto l'ombrello del Fair play finanziario di Michel Platini. Il Psg ha accumulato un debito piuttosto cospicuo che Al-Khelaifi ha liquidato senza giri di parole: «Impossibile recuperare subito gli investimenti». Se ne è preoccupata anche Famiglia Cristiana che stupita si è chiesta: «Ora gli sceicchi adorano il calcio». Un problema globale e di fede, non c'è dubbio. Forse ora alcuni top club stanno iniziando a capire cosa hanno provato per stagioni e stagioni le società di provincia davanti al loro strapotere economico. Ma i club metropolitani sono il prestigio, e se ora il calcio del Vecchio continente è sotto assedio, il fair play finanziario che li costringe a cedere lo può rianimare. Virtuosismi finanziari e gabole al limite della decenza pur di far quadrare i libri, Platini adesso sta mettendoci una pezza, anche se le nuove regole sono il dito nella diga che si sta sgretolando, e non è una visione catastrofica. Platini ha chiesto libri societari in ordine, si spende quanto si ricava. Se hai tanti soldi, li spendi e poi ripiani, frega zero, non si ripiana più, spendi quanto ricavi, punto. Gianni Infantino, segretario Uefa e braccio destro di Platini, ha fatto sapere: «I club conoscono le regole, le hanno chieste, approvate, e la maggior parte si sta adeguando. Non siamo preoccupati, eventualmente lo sarà il Psg qualora non dovesse riuscire a generare ricavi almeno pari alle spese».
Ci sono già i primi morti, il Besiktas, club turco sommerso da un debito pari a 200 milioni, è escluso dalle coppe europee per due stagioni. City, Psg, Barcellona, Real Madrid, Liverpool, Manchester United, Chelsea, Valencia, Milan, Inter e Juventus hanno debiti da ripianare. E c'è dell'altro. Abdullah bin Nasser bin Abdullah Al Ahmed Al Thani, proprietario da due anni anche del Malaga, ha messo in vendita il club, ufficialmente perché per competere con Barcellona e Madrid servirebbero investimenti spropositati in contrasto con il Fair play finanziario. In realtà voleva costruire un hotel a Marbella, un nuovo stadio e mettere mano al porto della città, glielo avevano promesso. Lui per ritorsione ha mollato la squadra senza stipendio e ha venduto i top player, adesso anche il Malaga è fuori dalle coppe europee. Il fpf li farà fuggire? Non potendo fare ciò che vogliono dei loro soldi, sceicchi ed emiri potrebbero ritirarsi nei loro Paesi e da lì attirare le star europee con ingaggi fuori range. È una forma di spopolamento anche questa, il capitano della Nazionale campione del mondo, Fabio Cannavaro, quando venne ingaggiato negli Emirati Arabi dall'Al Ahly, disse con stupefacente ardore: «Erano anni che pensavo di trasferirmi qui».
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