di Tony DamascelliC'è sempre un gol che cambia il risultato, quindi la cronaca. A volte, la storia. È accaduto a Verona, a pochi minuti dal termine di Chievo-Roma. La squadra di Garcia stava vincendo 3 a 2, la punizione assegnata in favore dei veneti era una delle tante. Tutti hanno visto il pallone, calciato da Simone Pepe, volare velocemente verso la porta, qui Szczesny, portiere polacco della Roma, coricandosi sulla propria destra, dopo una carambola tra palo e corpo, ha infine acciuffato la palla. Sembrava tutto finito, Pepe disperato a imprecare il cielo, i romanisti a ringraziare il portiere, i santi e la befana. Dopo lo zucchero è arrivato il carbone, si scrive goal line technology, è stata introdotta nel nostro football, per ultimo come sempre, dopo varie applicazioni all'estero. Un segnale elettronico, una vibrazione sull'orologio dell'arbitro, il pallone aveva oltrepassato totalmente la linea di porta, nessuno se ne era accorto, ma l'occhio di falco, una delle sette telecamere installate attorno alla porta ha risolto i dubbi, cancellate le polemiche, annullato le proteste, azzerati i sospetti:3 a 3. Fine del gol fantasma, fine dei movioloni; con due milioni e duecentomila euro, distribuiti fra tutti i club, il calcio italiano si adegua alla logica, alla giustizia. Il gol è l'unico elemento che cambia il risultato, il resto, un rigore, un fuorigioco, fanno parte dell'incertezza, dell'imprevedibilità, dell'errore umano ma se la palla supera l'ultima linea non debbono esserci più alibi. Il gol, per etimologia, è lo scopo, l'obiettivo, il traguardo, non possono essere negati, come lo sono stati per oltre un secolo, dall'occhio dell'uomo che è fallibile. A quello tecnologico è concesso l'errore al massimo di 15 millimetri, un capello. Epifania del calcio, dunque, nel giorno giusto, quasi una coincidenza che cambia, lo spero ma non mi fido, le cattive abitudini. Ne ha approfittato il Chievo che ha fermato la Roma in eterna ricerca del giubileo; Fiorentina, Juventus, Inter e Napoli hanno fatto il dovuto, vincendo, il gruppo che aspira al titolo resta unito.
Il Milan continua la sua commedia, il leone Mihajlovic finisce mangiato dalla pecora Donadoni, c'è poco da scherzare con le parole, qui ballano soldi e dignità di un club che non può scivolare su equivoci, mezze verità e propaganda. E non ci vuole un occhio di falco per capire quello che sta accadendo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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