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Helveg, il grande ex traccia la rotta: "Ecco dove può arrivare questo Milan"

In esclusiva per ilgiornale.it, Thomas Helveg ha toccato diversi argomenti tra cui la lotta scudetto, Maldini, Ibrahimovic, l'Inter e molto altro ancora

Helveg, il grande ex traccia la rotta: "Ecco dove può arrivare questo Milan"

Il Milan ha chiuso meritatamente in testa alla classifica di Serie A il 2020: i rossoneri di Stefano Pioli, infatti, non perdono un match dallo scorso 8 marzo e hanno inanellato 26 risultati utili consecutivi da giugno a dicembre considerando solo il campionato. Il Diavolo è in testa con un punto di vantaggio sui cugini dell'Inter e con ben 10 punti sulla Juventus del grande ex Andrea Pirlo a testimonianza di come il lavoro stia pagando.

In esclusiva per ilgiornale.it un ex calciatore del Milan, Thomas Helveg, ha fatto il punto della situazione su questo sfavillante 2020 del Milan. L'ex difensore danese che in cinque anni con i rossoneri ha messo insieme 146 presenze, 2 reti mettendo in bacheca uno scudetto, una Coppa Italia e una Champions League, ha poi toccato diversi argomenti tra cui la lotta scudetto, Ibrahimovic, Maldini, Eriksen e molto altro ancora:

Quanto la sta stupendo il Milan di Pioli?

"Molto. Sinceramente mi fa davvero piacere vederlo in testa alla classifica di Serie A. Penso che in tanti non si aspettassero un Milan così ma è anche vero che la classifica è molto corta, ci sono tante squadre che possono ambire al primo posto. Il Milan non si è ancora staccato dalle altre in maniera netta anche perché manca ancora molto. Il campionato sembra bello, combattutto e a vedere la classifica ci sarà da lottare fino alla fine. La squadra di Pioli ha avuto una partenza ottima e ultimamente ha avuto anche un po’ di fortuna di portarsi a casa il risultato nonostante la prestazione. La squadra si sta finalmente ritrovando”.

Quanti meriti ha Zlatan Ibrahimovic nella crescita della squadra?

“Quello lì è un fenomeno vero (ride; ndr). Nessuno si sarebbe mai aspettato che Zlatan sarebbe stato così determinante alla sua età. Ibra sta facendo benissimo dentro e fuori dal campo e magari ora che è stato fuori qualche partita si è visto è mancato il suo apporto alla squdra. Lui ha portato qualità tecniche, fisiche ma soprattutto mentali, ripeto Zlatan è un fenomeno e giù il cappello per lui”.

Pensi che il Milan possa vincere lo scudetto?

"Per lo scudetto è ancora presto ma ci sono ottime possibilità che possa entrare nelle prime quattro. Ora c’è la sosta e vediamo cosa succederà nel 2021. Sono curioso di capire come si comporteranno le altre e se il Milan terrà ancora questo passo. Ad oggi per i rossoneri sembra una stagione buona e fortunata ma è ancora presto per dire come finirà".

Che effetto fa vedere la Juventus così staccata in classifica?

“Non è una cosa che si vede ogni anno. Le partite sono state tante, ma questo vale per tutti, il momento che stiamo vivendo è atipico e forse la Juventus sta patendo questa cosa. Questo non è un campionato come gli altri e dunque la Juventus sta forse faticando per il cambio di allenatore e di alcuni giocatori. Sono sorpreso ma penso che alla fine si riprenderà e chiuderà tra le prime in classiifica. Ripeto, questa non è un’abitudine e fa strano vederla lì staccata ma è ancora presto”.

Si dice che una squadra giovane come il Milan sia agevolata dal fatto di giocare senza il pubblico. Lei cosa ne pensa?

"Difficile dirlo, non si può dimostrare. Credo sia molto vero che per una squadra giovane come il Milan giocare in un San Siro pieno metta stress e pressione ai calciatori. Giocare invece senza pubblico aiuta e penso che un qualcosina ha forse influito in positivo sui risultati. Però il Milan resta sempre il Milan, ha buoni giocatori ma che ancora devono crescere. Non avere il fiato del pubblico sul collo indubbiamente aiuta".

Quanto pesa il lavoro fatto da Maldini su questi risultati ottenuti dal Milan?

"Non ho potuto vedere da vicino il lavoro che ha fatto, ma conoscendo Paolo immagino abbia in testa un progetto importante che per realizzarsi ha bisogno di tempo, non bastano sei mesi. In un club come il Milan il tempo non ce l’hai, stringe, però se vuoi fare le cose fatte per bene ci vogliono tempo e pazienza. Maldini insieme al suo staff ha delle idee chiare ed è soltanto all’inizio”.

Uno dei meriti di Maldini è quello di aver insistito per la conferma di Pioli. Scelta azzeccata direi, non trova?

“A veder giocare il Milan sembra una squadra sana, spensierata. I ragazzi seguono Pioli e dunque sembra un gruppo sereno. Questi sono segnali buoni e positivi, poi io non lo conosco personalmente ma osservandolo da fuori sembra in armonia con la sua persona e con il gruppo. Per ora sembra un scelta giusta e di questo bisogna fare i complimenti a Maldini e al suo staff".

Cosa ne pensi dell’Inter di Conte?

"L’Inter è lì a un solo punto dal Milan, ed è quasi in testa alla classifica nonostante le difficoltà affrontate e dunque è una squadra che funziona. Le due milanesi possono giocarsela per lo scudetto ma devo dire che è molto presto per dire che sia una lotta a due. Vediamo cosa si muoverà a gennaio anche con il mercato e poi vedremo, però penso sarà interessante da seguire".

Come state vivendo in Danimarca il caso Eriksen che a gennaio lascerà quasi certamente l'Inter?

"In Danimarca si parla molto di lui e mi fa male vederlo così perché io conosco le sue qualità. All’Inter non le ha fatte mai vedere, cos’è andato storto non lo so. Ci sono diversi motivi, lui è un campione, non dico che sia un fuoriclasse ma ha un tocco di palla più alto della media. L’Inter l’ha preso a gennaio che era quasi in scadenza di contratto, Conte l’ha fatto giocare quasi da subito ma ripeto non so cosa non sia andato per il verso giusto. Il suo trasferimento è stato lungo e forse in quei mesi è cresciuta l’aspettativa e la pressione su di lui. Tutti si aspettavano che lui venisse a guidare l'Inter e lui ne sarebbe anche capace ma la Serie A è diversa dal calcio inglese. In Italia è molto complicato e la mia esperienza me lo dice (sorride; ndr)".

Pensa che sia più colpa del giocatore, di Conte, della società o dei media italiani?

"Penso che tutti hanno fatto la loro parte. Qui in Danimarca dicono che Eriksen l'abbia voluto la società e non Conte: se così fosse sarebbe una cosa non troppo bella, ma ripeto non c'è una certezza su questo punto, sono solo voci qui da noi. Christian è un ragazzo timido, ha bisogno di sentirsi importante. Lui poteva fare qualcosa di più sicuramente ma c''è da dire che tutte le critiche ricevute negli ultimi mesi non l'hanno di certo aitutato. Uno come lui ha bisogno come giocare con continuità e se mi metto nei suoi panni non penso sia così sbagliato pensare che il mister non lo considerasse importante. Io penso che a gennaio partirà ma mai dire mai nel calcio. Sono convinto che quando sarà in un’altra squadra tornerà quello di prima.".

Vedrebbe bene Eriksen al Milan?

"Sì ma è molto difficile se non impossibile possa verificarsi. Penso però che in qualsiasi altra squadra Christian farà sicuramente meglio di quanto fatto all’Inter perché con nuovi stimoli tornerà quello di prima".

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