Cari fantasmini, ha detto Piero Ausilio, così proprio non va. Il direttore sportivo si è trovato davanti a una prestazione inammissibile e a un Mancini senza voce, ma nella sua apprezzata reprimenda non ha salvato neppure lo jesino. Resta il punto di riferimento per questa e le prossime stagioni, ma occorre capire a quali condizioni resterebbe, non quelle dettate dalla proprietà, ma sue. Dunque, Erick Thohir nella sua recente visita milanese ha spiegato che non entrare in Champions sarebbe una grande delusione ma non una tragedia. È già pronto un piano A, la Champions, un piano B, l'Europa league, e un piano C, fuori dall'Europa. Il presidente ha risposto che in relazione al piazzamento finale occorrerà una rosa di giocatori più o meno ampia, a scalare.Nel caso l'Inter debba ricorrere al piano B o C, al momento i più plausibili, il presidente ha lasciato intendere che se ne andranno i giocatori con più mercato e con gli ingaggi più pesanti. Mancini, davanti a questa eventualità, deciderà comunque di andare avanti? La voce assolutamente non ufficiale che circola negli ambienti nerazzurri dà una versione abbastanza severa sul suo operato. Secondo questa voce, restando così le cose, intese come classifica e piazzamento finale, sarebbe auspicabile se fosse lo stesso Mancini a lasciare Appiano Gentile a fine stagione. Ci sta.Al momento tutti, Thohir, Zanetti e Ausilio, ripetono fino allo svenimento che il tecnico è la leva sulla quale gira, e girerà per molte stagioni ancora, il pianeta Inter.Mancini dal canto suo ha ripetuto fino allo svenimento che per costruire una squadra forte occorrono dai sei mesi ai due, anche tre anni. Ci sta lavorando e su questo non ne avevamo dubbi, ha fatto sborsare 120 milioni a Mr Thohir in tre sessioni di mercato e l'indonesiano non ha battuto ciglio limitandosi a un solo commento: «Sappiamo tutti che è più facile comprare che vendere». Ad Appiano, sotto l'egida di Mancini, sono arrivati 16 giocatori, alcuni hanno già lasciato la camera, Podolski, Shaqiri e Montoya, altri sono usciti dai radar, Santon e Jovetic, altri ancora stanno diventando un'ansia a causa del loro riscatto. Jovetic obbligo a 15 mln, 2 già pagati di prestito, Miranda obbligo a 8 mln uno pagato di prestito, obbligo anche per Eder, 12mln da saldare entro il 2017. Con diritto di riscatto ci sono Ljajic, 9mln e Telles, 5ml, al momento con ridotte probabilità di conferma. Il City, attende con ansia i 15 di Jovetic, se il montenegrino manterrà questa media di presenze le probabilità di una sua conferma saranno ridotte all'osso, l'Inter chiederà di ridurre la sua valutazione ma sarà tutto molto complicato. Il Mancio credeva tanto in lui, poi dopo la sconfitta con la Lazio cinque giorni prima di Natale, qualcosa non ha più funzionato. Stevan è il simbolo della mancata rivoluzione del Mancio, da colpo di mercato a panchinaro, fortemente voluto come Perisic e Ljajic, tutti esclusi dalla formazioni iniziale nella partita contro i campioni d'Italia che poteva dare una svolta. La versione della società, neppure questa ufficiale, non è così pesante, altre volte si è visto di peggio, e se Icardi la mette sulla palla gol più nitida della partita, se D'Ambrosio non s'imbornisce e Rocchi capisce che il primo a subire fallo è Miranda, le cose vanno in tutt'altro modo. Ci sta anche questo. Intanto l'Inter conquista un nuovo titolo, è la squadra del rilancio. Degli altri.
L'ha fatto nel derby con un Milan a pezzi, con la Fiorentina che stava perdendo motivazioni, domenica con una Juventus al minimo sindacale. E domenica arriva giusto giusto il Palermo tanto bisognoso d'affetto, cari fantasmini, a voi una nuova occasione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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