Milano - L'Inter regge, doveva fare i tre punti, il resto era a zero. È riuscita a non prendere gol, ha fatto abbastanza casino in campo da prendersi i fischi dal suo pubblico, alla fine resta con i timori iniziali senza capire da che parte stia.
Il Palermo è sembrato onestamente poco, senza Miccoli anche meno, Gasperini è stato ignorato, l'accoglienza peggiore che si possa riservare a un ex, ma per fortuna dell'Inter continua a non avere feeling con San Siro. Qui proprio non gli riesce di vincere. Fosse stato meno prudente, magari si portava a casa qualcosa perché l'occasione c'era, al Palermo è sempre mancato l'ultimo passaggio ma davanti ci arrivava, anche se alla fine non ha mai calciato in porta.
Però s'era capito alla vigilia chi avesse più timori. Maurizio Zamparini su di giri sognava il colpaccio, Massimo Moratti circospetto, dopo aver dichiarato nella settimana dell'Onu che pensava di aver trovato una soluzione e invece probabilmente si era sbagliato. «Serve proprio una vittoria per il morale, per ridare sicurezza e far capire che non si è sbagliata strada - aveva dichiarato il presidente appena arrivato allo stadio -. E non vedo una partita facile». Con questa Inter facile mai. Anche Stramaccioni chiedeva a questa quindicesima giornata di capire se le ultime prestazioni fossero episodi oppure si doveva parlare apertamente di involuzione. Ieri, a sua insaputa, si è presentata nuovamente l'Inter dei bei giorni di Benitez e Ranieri, poche idee, palloni in giro senza un proprietario, distrazioni e incomprensioni. Resta una squadra stanca, l'italiana che ha giocato di più fino ad oggi, legata e macchinosa, prevedibile. Il Palermo molto prudente ha fatto il resto, con un primo tempo dispendioso che ha pagato pesantemente nella ripresa. Ilicic e Pisano hanno commesso errori elementari dovuti a evidente stanchezza, dopo aver corso per il campo per 45' senza sosta, scesa la loro copertura, tutta la squadra si è ritirata ancora di più nella trequarti e ha aspettato l'Inter praticamente appena fuori dalla sua area. Nessun pericolo grave, ma le palle in zona Ujkani fioccavano e quando decidi di giocare a questo modo, sai che basta una deviazione per castigarti.
Infatti proprio Garcia, fra i più tonici anche a proporsi, si è gettato in scivolata su un cross innocuo di Ranocchia dalla destra, ed è riuscito a fare quello che per un'ora e un quarto non era riuscito a Milito, Palacio e Coutinho. Ujkani in uscita si è visto beffare dalla deviazione quando era certo di ritrovarsi la palla nei guantoni. A quel punto mancava un quarto d'ora al termine e l'Inter è perlomeno riuscita a congelare il risultato, Gasperini aveva tolto Ilicic ormai a fine corsa e Dybala a sua volta sfinito nel duplice duello con Ranocchia e Samuel. I subentrati Budan e Zahavi non hanno letteralmente toccato palla, l'Inter ha fatto un minimo di possesso e alla fine Bergonzi, annoiatissimo, ha mandato tutti a casa.
Adesso arriva il Napoli, gira la voce che contro le grandi l'Inter si trasformi, ma prima c'è il colloquio fra l'entourage di Sneijder e l'Inter. Quanto manchi a questa squadra un elemento imprevedibile è evidente, quanto un solo giocatore possa cambiare una squadra è altrettanto incerto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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