
Lukaku ha citato Kobe Bryant: «Il lavoro non è ancora finito». Conte ha rispolverato il motto di undici mesi fa, quando mise piede a Napoli: «Amma faticà ancora». Più chiari di così è impossibile, in perfetta sintonia con la maturità e la responsabilità di una città che fa salti mortali per reprimere in un angolino la voglia di esplodere: Conte ha troppa esperienza per lasciarsi andare proprio adesso.
«Il Genoa verrà qui a darci fastidio come è giusto che sia, io pretendo umiltà dalla mia squadra: dobbiamo lavorare su noi stessi, capire dove possiamo far male a loro e dove c'è da migliorare. Nessuno ci regala niente prima di scendere in campo, tanto meno ora che ci giochiamo il campionato»: testa bassa, mani sul volante, ci vuole poco a distrarsi e a sbandare in momenti simili, figurarsi se Conte è tipo da scivolare sulla classica buccia di banana, ad esempio su domande che riguardano il futuro. «La gente mi ringrazia per quello che stiamo facendo e poi subito dopo mi chiede: lo vinciamo? Io rispondo che ci stiamo provando, tutto il resto è noia». Si dovrà vincere la solita tensione di andare in campo dopo l'Inter, per l'ultima volta perché poi i due turni finali verranno disputati in contemporanea. «Lo stress c'è anche se giochi prima, è normale a questo punto della stagione: esiste uno stress positivo e uno negativo. Un anno fa era reale, ora è dovuto alla sofferenza che si prova per raggiungere la vittoria: non dimentichiamo mai che non siamo partiti per vincere il campionato, conosciamo il nostro percorso, quello che abbiamo fatto per arrivare fin qui, il lavoro ci dà la forza per continuare. È il senso della resilienza, cioè essere pronti a sopportare la fatica, provare a superare l'ostacolo, andare oltre. Ve lo ripeto ancora: amma faticà ancora».
Formazione che cambierà poco rispetto a Lecce: il grande dubbio della vigilia si chiama Lobotka. «Mi dispiacerebbe farne a meno, è troppo importante per noi» ha spiegato il tecnico, più ottimista dopo aver visto il play allenarsi in gruppo negli ultimi due giorni. Proverà ad esserci, altrimenti l'alternativa è il solito Gilmour che Conte stima non poco.
L'altra novità sarebbe Neres, che però non andrà oltre la panchina, si proverà a recuperarlo per la trasferta di Parma. In difesa Olivera ancora centrale, perché Buongiorno e Juan Jesus vorrebbero andare oltre il parere medico ma devono pazientare: saranno in tribuna per l'ennesimo sold-out.