
Per Lewis Hamilton la gara di casa è un viaggio indietro nel tempo. Alla ricerca di quelle sensazioni che solo la pista e il pubblico di Silverstone hanno saputo dargli in ogni periodo di una vita che resta meravigliosa, nonostante questi mesi in rosso più difficili e complicati del previsto. Non avrebbe mai pensato di tornare a casa senza essere ancora riuscito a salire sul podio con la Ferrari. L'ultima volta tra i primi tre, vittoria nella sprint cinese a parte, è quella di Las Vegas a novembre.
Tredici gare di fila senza un podio sono il suo nuovo record negativo. Il suo compagno lo sta surclassando in qualifica (8-3), in gara (9-1) nel punteggio (119-91). Anche l'anno scorso con Russell andava male in qualifica, ma poi in gara Lewis riusciva a prendersi le sue soddisfazioni, chiudendo a soli 22 punti dal compagno. Proprio a Silverstone si prese una grande vittoria. La nona su questa pista, l'ultima con la squadra che lo aveva portato a conquistare sei dei suoi sette titoli Mondiali. Fu una vittoria piena di lacrime. "Non riesco a smettere di piangere", diceva Lewis che non vinceva da 946 giorni. "Ci sono stati momenti in cui temevo di non riuscire più a tornare a questi livelli, ma mi alzavo ogni giorno pensando solo a non mollare mai", aveva raccontato un anno fa. Chissà se anche oggi si sente impotente come allora. Se anche oggi teme di non vincere la sua prima gara da ferrarista "Silverstone è da sempre molto più di un circuito per me. Arrivarci per la prima volta con la tuta Ferrari è qualcosa di speciale. Ho scritto tante pagine belle su questa pista, e per me adesso è molto importante scrivere questo capitolo insieme alla Ferrari. Sono orgoglioso di vestirmi di rosso qui, e non vedo l'ora di provare di nuovo quell'energia incredibile che solo il pubblico di Silverstone sa dare". Lewis ha bisogno di energia, affetto, ma soprattutto di ritrovare fiducia in una monoposto che sembra respingere il suo talento invece di esaltarlo. "Qui ci sono alcune curve davvero speciali: Copse, Maggots e Becketts sono qualcosa di unico. Ma ciò che rende Silverstone davvero speciale per me è l'atmosfera. C'è una ragione se sono salito sul podio così tante volte qui, ed è l'amore dei tifosi. Dalla mia prima vittoria nel 2008, fino alla nona, dell'anno scorso, il pubblico è sempre stato con me, e ovunque io sia in pista, riesco a sentire la loro energia dall'abitacolo".
Tornando ancora più indietro si arriva al 2006 quando Silverstone si accorse di Hamilton per una magia in Gp2 che lo portò poi a conquistare il titolo.Indovinate chi era il suo team principal alla Art? Un certo Fred Vasseur. Corsi e ricorsi.