Hamilton da mondiale «Che brividi vincere qui»

Hamilton da mondiale «Che brividi vincere qui»

nostro inviato a Monza
La prima volta non si dimentica mai. Vale anche per Lewis Hamilton che finalmente sfata il tabù di Monza e sale sul gradino più alto del podio nel Gran premio d'Italia. Ha scelto l'occasione migliore perché così rientra di prepotenza nella lotta per il titolo. Adesso è il fenomeno inglese a prendersi i gradi di primo antagonista di Fernando Alonso. Perché centra il suo tris di successi stagionali. E soprattutto perché la McLaren fa tripletta a conferma di essere in forma strepitosa: non le capitava dal 2008 di vincere tre gp di fila.
Quell'anno Hamilton fu mondiale. Storico, ma voleva entrare anche nella storia di questo circuito, c'è riuscito. Ci teneva: tante parole d'affetto per i tifosi italiani, il casco col tricolore. E ieri la conferma sul podio: «Ciao a tutti, grazie a questo fantastico pubblico». In italiano così come il tweet lanciato prima di volare a casa: «Il podio è stato un'emozione unica». Quasi a voler farsi perdonare di essere il guastafeste. Perché il popolo rosso aveva invaso il parco sognando il trionfo di Alonso. E invece il fenomeno inglese si prende la scena e si ritaglia addosso il ruolo di pericolo numero uno della Rossa. E non lo spaventa il fatto che finora chi si è avvicinato troppo ad Alonso sia poi andato in crisi. Da Webber allo stesso Vettel.
«Ho fatto una gara incredibile. Per una volta sono partito anche bene», dice parlando di una corsa tenuta sempre sotto controllo, anche quando Sergio Perez ha iniziato una rimonta travolgente. «Io giravo a velocità di “crociera” e quando si è avvicinato ho ripreso il ritmo». In sicurezza proprio come quando ha superato il messicano che si era ritrovato davanti dopo il pit stop. Una superiorità, quella della McLaren macchiata dal ritiro di Jenson Button. A quel punto via radio gli hanno comunicato che Alonso era secondo. «Quando ho sentito che Fernando era alle mie spalle ho pensato “come ha fatto ad arrivare dal decimo al secondo posto?”. Meno male che ci ha pensato Sergio, anche se fino alla fine ho sperato che altri lo superassero», rivela il pilota inglese. Perché questo è un mondiale che ci si può giocare per pochi punti: alla fine sono solamente dieci quelli recuperati. La rimonta del ferrarista è l'unica nota stonata in una domenica perfetta.. Laconico Martin Whitmarsh, team principal della McLaren: «Fernando esce sempre dalle situazioni difficili». Quello che a volte non ha fatto Hamilton. Non sempre per colpa sua.
In quest'ottica, inevitabile che il pensiero corra al ko di Spa: «È stato un peccato non aver sfruttato al massimo l'ottimo pacchetto che abbiamo avuto dopo l'estate». Incontentabile Hamilton che però metterebbe la firma per «continuare a vincere due gp ogni tre» come ha fatto tra Budapest e Monza. Un passo quasi obbligato se vuole puntare al titolo: 25 punti recuperati ad Alonso dall'Ungheria in avanti, ne rimangono 37 con sette gare da disputare. Ora si saluta l'Europa. «Il divario c'è, la pressione sale perché il campionato sta per chiudersi». Non lancia proclami perché comunque la Ferrari c'è, eccome: «Siamo stati incredibilmente vicini». Alonso è forte: «È un due volte campione del mondo, è incredibile». Ma è cauto sul ridurre il discorso a loro due: «Possibile, ma attenzione a Vettel, le Red Bull si riprenderanno».
Già i bibitari. Se ne vanno dall'Italia con un doppio zero pesante. Ko Vettel e Webber. Gli resta solo la polemica per il duello tra il campione in carica e Alonso, un déjà vu dell'anno scorso a parti invertite. Stessa curva, il Curvone. Stavolta è Seb a spedire Fernando sul cordolo e nella sabbia. Per i giudici una manovra da penalizzare con un drive through. Vettel non ci sta: «Lui l'anno scorso ha fatto la stessa cosa e non l'hanno penalizzato».

Non è così e lo sa anche lui perché ha lasciato molto meno spazio, tanto da abbozzare una difesa improbabile: «Ho perso l'anteriore». Horner lo spalleggia: «C'era spazio, la penalità è troppo dura». Molto meglio quando all'unisono dicono: «Continueremo a lottare».

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