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Handa, Mike e Ospina. Lo scudetto non si vince con le mani bucate

Le prime tre del campionato senza vittorie anche per colpa degli errori dei portieri

Handa, Mike e Ospina. Lo scudetto non si vince con le mani bucate

Mai negli ultimi anni la lotta per lo scudetto è stata così aperta. Tre squadre appiccicate in classifica tra fughe, frenate e speranze. Milan, Inter e Napoli sono lì e la sensazione è che alla fine ad essere decisivi per il titolo saranno gli episodi. La giocata del campione, il gol allo scadere. O magari la parata salva-risultato. Ma visto l'ultimo turno, magari decisiva, al contrario, sarà la papera del portiere. Maignan, Handanovic e Ospina ne hanno combinate di ogni e da punti di forza certificati sono di colpo diventati un fattore negativo. Eppure le tre big sembrerebbero essere in buone mani...

Il primo a fare pasticci nel weekend appena trascorso è stato Maignan. Il francese ha raccolto alla grande l'eredità di Donnarumma ed è stato un punto di forza per Pioli, tanto che quando è mancato causa infortunio non è stata la stessa cosa. Personalità, sicurezza tra i pali e in uscita e addirittura anche un assist su rinvio. Ma a Salerno il gol di Bonazzoli è tutto colpa sua, e quasi ha rischiato il bis con un altro intervento spericolato, pasticciando come non mai. Poi è stato il turno di Handanovic. Da sempre o quasi, nonostante l'altissimo rendimento, lo sloveno finisce nel mirino dei tifosi che non gli perdonano nulla. A volte miracoloso, altre pasticcia, è vero. Vedi domenica contro il Sassuolo sul gol di Raspadori. Ma nel complesso sono molti più i punti che ha portato in dote ai nerazzurri di quelli che ha fatto perdere. Anche se ora su di lui aleggia lo spettro del neo acquisto Onana, in arrivo in etstae. Un solo punto per le milanesi, occasione d'oro per il Napoli. Ma ecco che Ospina, poco celebrato ma spesso decisivo, regala il gol a Pereiro, salvo poi volare a salvare la sua porta come se nulla fosse. Dimostrazione che la stoffa c'è ma ci sono anche momenti di amnesia che portano ad errori anche clamorosi. A pesare sul colombiano, a differenza dei due colleghi, c'è anche il solito dualismo con Meret. Chissà che la pressione di non avere il posto fisso, alla lunga, non causi più problemi che stimoli.

Tre portieroni, tre sicurezze. Decisivi. Ma in positivo o in negativo? Di sicuro tre errori così nello stesso turno di campionato fanno sensazione. Una giornata storta può capitare a tutti, mettere all'angolo i tre portieri per errori che possono anche essere casuali sarebbe ingiusto. Ma il fattore P, come portiere e come papera, irrompe con forza nel discorso scudetto, soprattutto in una lotta così serrata. Il valore non si discute, comunque. Tre portieri, tutti stranieri. Con buona pace dei sostenitori della scuola italiana che da Zoff a Donnarumma, passando per Zenga, Pagliuca e Buffon, tante gioie e tanti miracoli ha regalato. È il calcio globale, è normale così. I tifosi ormai ci hanno fatto l'abitudine.

Quel che sperano, però, è di vedere più paratone e meno papere dai loro portieroni.

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