Domenico Latagliata
Non poteva che finire così, il presunto D-Day. Ovvero il giorno in cui Napoli e Juventus si sono incontrati faccia a faccia. Dopo l'assemblea di Lega, a Milano. Con De Laurentiis che si è poi preso la scena, recitando da par suo un copione che in buona sostanza gli permetterebbe, nel caso in cui la Juventus si prendesse il Pipita, di fare bella figura con i tifosi partenopei: «Marotta mi ha detto che non ha intenzione di pagare la clausola. L'ignoranza nel mondo del calcio è totale e i tifosi alla fine finiscono per non capire cosa accade. C'è un contratto che lega Higuain al Napoli per cinque anni: ne sono passati solo tre. Ed esiste una clausola nella quale si recita che se viene qualcuno a dire la paghiamo, il signor Higuain può accettare. A quel punto il Napoli dovrebbe soltanto assecondare le richieste del club e del giocatore». Quindi: il Napoli non intende accettare contropartite tecniche e la palla passa tutta nelle mani della Juventus o di chiunque sia economicamente tanto forte da potersi permettere un esborso di 94 milioni e spiccioli, versabili in due annate. «La ragione di una clausola così alta è proprio quella di autotutelarci ha proseguito De Laurentiis -. Dal momento che finora nessun club ha fatto offerte e Higuain non ci ha detto nulla, tutte queste cavolate non fanno altro che alimentare le vostre testate e fare molto male ai tifosi, con i quali dovreste scusarvi». Al solito, insomma, la colpa è dei giornalisti. Anche se poi il numero uno del Napoli non può negare di «non essere Maometto. Non so se qualcosa possa cambiare in futuro, ma la Juventus è molto intelligente e capisce che non può fare questo torto. E sa perfettamente che è una battaglia persa: diventerebbe una squadra molto antipatica. Le parole di Nicolas Higuain? Noi parliamo con i calciatori: Gonzalo è ancora in vacanza, arriverà il 25. Non l'ho ancora sentito, ma sono convinto che la Juventus sia una società di classe con quel che ne consegue. Posso semmai pensare che il calciatore bussi a qualche personaggio di un certo club, che a quel punto potrebbe sentirsi legittimato ad agire in un certo modo. Ma li farei comunque ragionare dicendo loro che non è il caso».
Perfetti punti di vista di un presidente padrone, attento a tenere i tifosi dalla sua parte. La realtà è che comunque la Juve continuerà a insistere, forte del gradimento del giocatore il cui fratello manager ha peraltro ribadito che «il Napoli non sta rispettando i patti e noi non rinnoveremo il contratto (in scadenza nel 2018, ndr)». Altro succederà, insomma, perché De Laurentiis sa perfettamente di non potersi permettere il lusso di continuare a stipendiare per due anni un giocatore scontento. «Per ora non c'è margine di trattativa», ha poi detto Marotta. E quel per ora non necessita altre puntualizzazioni. «La clausola rescissoria? Non la pagheremo. Diventeremmo antipatici? Se non si può trattare, l'argomento è chiuso». Con un altro per ora che lascia spazio a futuri sviluppi. Perché Morata va sostituito, su questo non ci sono dubbi. E se il Pipita fosse irraggiungibile, il nome più caldo è quello di Icardi nonostante le smentite di Thohir: ieri è tornata a parlare Wanda Nara, moglie e manager dell'argentino che a fcinternews.it ha ribadito che «Napoli e Juve sono interessate a Mauro. Noi vorremmo adeguare il contratto a livello economico (in scadenza nel 2019, ndr), non rinnovarlo. Non ci vorrà molto per arrivare al punto: entro dieci giorni il quadro sarà più chiaro». Un bel capriccio per avere più soldi, insomma, nonostante il rinnovo firmato lo scorso anno. E comunque così è. Mentre la Juve (che ieri ha ascoltato anche l'ennesima serenata di Zidane a Pogba e letto i tweet del City su Bonucci) è sempre più vicina a Marko Pjaca (23 milioni alla Dinamo Zagabria) e non si esclude nemmeno che a Torino possa arrivare Cavani, con trasferimento di Higuain al Psg.
In una giornata già piena di voci e scenari assortiti, poi, è andata in scena anche l'ennesima puntata intermedia di calciopoli: si dovranno infatti attendere almeno 45 giorni perché il Tar del Lazio pubblichi la sentenza sul ricorso con il quale la Juventus ha chiesto un risarcimento danni di oltre 440 milioni di euro, in seguito al diniego di revoca dello scudetto all'Inter per la stagione 2005/'06, quella in cui scoppiò lo scandalo.
Nel dibattimento l'avvocato Chiappero ha anche esortato «che almeno un giudice ci dica le cose come veramente stanno», ribadendo una disparità di trattamento. Per la Figc ricorso «infondato», per l'Inter «inammissibile». Una storia senza fine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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