Il Milan di Seedorf cala il suo primo tris. Tre successi di fila, mai successo, a dimostrazione dell'orribile stagione vissuta. Con quel tris è riuscito a sbancare Marassi, terreno di conquista (ha vinto anche contro la Samp), a castigare il Genoa e a provare adesso un improbabile inseguimento all'Europa calcistica. «Dobbiamo imitare l'italtennis» l'incoraggiamento di Adriano Galliani qualche ora prima di trasferirsi a Genova. La strada del riscatto è ancora lunga ma gli episodi sono tutti a favore dei rossoneri. Due tiri in porta, pensate, e due gol: il primo grazie a un destro fulminante di Taarabt, il secondo firmato da Honda al culmine di un vertiginoso contropiede. Ancora i due rinforzi di gennaio hanno spinto verso posizioni più decorose di classifica il Milan. Al resto ha provveduto il ritrovato talento di Abbiati, il portiere, tradito da una deviazione involontaria sul gol genoano, ma poi capace di rimediare con una sequenza di interventi che hanno respinto gli artigli di Gilardino e soci. Il Genoa è stato punito oltre i suoi demeriti. Ha lasciato qualche varco di troppo in difesa, ma davanti, dopo una mezz'ora di disagio completo, ha messo a soqquadro l'area rossonera. Abbiati è stato decisivo, Rami e Mexes hanno retto il confronto. Incredibile ma vero, verrebbe da aggiungere. Così anche Seedorf ha rimesso a posto i suoi conti: 7 vittorie, 7 sconfitte e 2 pareggi.
La partenza del Milan è incoraggiante e deprime il Genoa che ne subisce le cadenze oltre che l'aggressività. È vero, Honda non trova sbocchi sul suo binario, anzi finisce imbottigliato tra Marchese e Antonelli, Kakà è un'anima in pena perché non trova la posizione giusta tra le linee (Sturaro lo fa soffrire) e deve rivolgersi più volte alla panchina e a Seedorf per avere qualche spiegazione in più, eppure alla prima e unica occasione buona della prima frazione, Taarabt lascia il segno. Proprio Kakà, con un velo da artista, gli apre il varco, Pazzini con un movimento e scivolando gli segna la strada ma poi il marocchino fa tutto da solo con quella prodigiosa galoppata con cui prepara il destro che è una rasoiata capace di infilarsi nell'angolo lontano di Perin. La felice partenza del Milan si esaurisce più o meno intorno alla prima mezz'ora di gioco perché poi tocca al Genoa di Gasperini (panchina numero 150 per lui) scaldare Marassi organizzando un coraggioso assedio al fortino di Abbiati, per una volta difeso con qualche criterio: Rami rammenda gli sbreghi di Mexes, Constant regge meglio la pressione. Sul fianco destro, dove Honda e Bonera traballano pericolosamente, il Grifo organizza il meglio delle sue iniziative, in quel valico si inseriscono, a turno, anche i difensori, tipo Marchese con discutibile resa. L'unico vero brivido provato dal Milan infatti è quello provocato dal sinistro di Bertolacci, posizione defilata dal limite, ma palo sfiorato.
Tradito dalla voglia di recupero, il Genoa si ritrova a inizio di ripresa sotto di due gol: appena lascia un varco libero, nella zona centrale difensiva, in quel tunnel d'autostrada s'infila a sorpresa, e col tempo giusto, Honda che anticipa con lo scavetto l'uscita di Perin per confezionare il raddoppio milanista, è il suo primo centro in serie A (l'altro si è perso in coppa Italia con lo Spezia) e viene festeggiato come se avesse fatto gol in Champions league. A furia di martellare la difesa milanista, il Genoa si guadagna un finale spumeggiante: coglie, da angolo, e girata al volo di Motta il gol che riapre la sfida (palla sulla traversa e schizzata sulla gamba di Abbiati), quindi sfiora la rimonta con il migliore dei suoi, Sturaro, a cui replica Abbiati con un volo d'altri tempi imitato più avanti da un salvataggio di Mexes.
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