Da Howedes a Bonucci è l'ora del ritorno per desaparecidos e flop

Quanti neoacquisti in cerca di riscatto: la Roma cerca Schick, la Lazio Nani, il Napoli Mario Rui

Da Howedes a Bonucci è l'ora del ritorno per desaparecidos e flop

Come nelle migliori commedie italiane comincia il girone di ritorno e subito c'è la pausa invernale. Grandi strategie del governo calcistico, la serie A gira la boa e permette agli esclusi, rimandati e respinti di provare il riscatto. In breve: c'è un popolo di esclusi che ha bisogno di trovare il lavoro. Gente illustre, mica parassiti e anonimi pallonari. E' un calcio che esalta e deprime, anche nei grandi club. Prendete la Juventus: il cosiddetto turn over ha permesso ad Allegri di girare la ruota ma c'è ancora qualcuno che per malattia e scelte tattiche e tecniche deve ancora passare le visite, il tedesco Howedes prima di tutti, non un oggetto misterioso perché della sua fragilità muscolare e ossea si sapeva ma per la sfortuna che lo ha seguito nel trasloco a Torino. E Bernardeschi dove lo mettiamo? Pagato caro sta in lista di attesa, ogni tanto viene chiamato al fronte e poi ritorna in retroguardia, dicono che sia un talento, una promessa, per il momento è una premessa da 40 milioni.

E il Napoli? Qualcuno dovrebbe spiegare a Giaccherini perché gli stia bene addosso l'azzurro della nazionale ma non quello napoletano. Lo dovrebbe spiegare, in verità, Maurizio Sarri che del turn over ha un'idea tutta sua, vedi il caso di Mario Rui, prima richiesto e poi trascurato, senza dimenticare l'algerino Adam Ounas, uno che avrebbe le credenziali per essere la grande sorpresa di Aurelio De Laurentiis ma per il momento è un figurante, una comparsa fuori scena.

Vado a Roma e vorrei dire di Schick, oggetto preziosissimo della squadra di Eusebio Di Francesco ma ancora misterioso, investimento pesante ma, finora, soltanto apparizioni fugaci, con la clamorosa gaffe nell'ultimo respiro di Juventus-Roma. Non sta meglio Defrel che, però, ha l'alibi degli infortuni ma così non è il caso di Hector Moreno, un messicano triste e malinconico sotto il sombrero di un erroraccio contro l'Udinese che gli è costato il posto e la fiducia.

Dunque il girone di ritorno dovrebbe consentire di recuperare minuti e dignità per questi magnifici tre ma a Roma circolano altri due marziani (chiedo scusa a Ennio Flaiano) che possono e debbono rientrare in orbita, trattasi di Felipe Anderson, per circa sei mesi fuori da ogni impegno e ultimamente riapparso, sicuro talento, uomo da quaranta milioni di euro due anni fa prima di sparire nel canneto e, dunque, dal giro di mercato; con lui il portoghese Nani, reduce da cento battaglie ma non ancora ripresosi dalle stesse.

Non basta il cognome e il curriculum, serve altro per trovare un posto in prima squadra. Lo sa bene André Silva presentato da Cristiano Ronaldo con futuro garantito ma, in verità, di un incerto presente, panchinaro con Montella, riserva con Gattuso, cambiando gli allenatori il prodotto è rimasto lo stesso e il Milan cerca di capire dove stia l'errore, in chi sceglie o in chi è scelto? Su questo dilemma si potrebbe discutere a lungo e l'interrogativo riguarda Leonardo Bonucci. Chi l'ha visto? D'accordo, gioca, è il capitano ma sembra il parente, anche lontano, del difensore energico reduce da sei scudetti, improvvisamente svanito nella nebbia di Milanello e del Milan. Mistero nemmeno buffo ma una voce importante nel bilancio contabile del club.

Si attendono risposte e notizie anche da Berardi, eterna promessa del Sassuolo, destinato a grandi club ma in crisi con se stesso.

Ecco, ci sono diciannove partite per capire se si sia trattato di una serie di equivoci e di incomprensioni oppure se la realtà è davvero quella della prima parte della commedia. Si ricomincia con la speranza. Come sempre.

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