Se Totti a 40 anni è ancora competitivo, se Federer a 35 vince per la 18ª volta un torneo dello Slam di tennis, perchè un arbitro deve smettere a 45 anni? Vierchowod lasciò a 41 anni, nel 2000, idem Costacurta, neanche serve pensare a Buffon, che potrebbe reggere per la nazionale sino al 2022, addirittura, quando avrà 44 anni. Arbitrare è diventato un esercizio fisico notevole, oltre che di riflessi e concentrazione, ma 45 anni sono nulla. Il limite di età sembra avere poco senso.
L'Italia ha storicamente i migliori arbitri al mondo, ha guidato 3 finali mondiali: con Gonella in Argentina '78, con Collina in Giappone 2002, Rizzoli in Brasile '14. Solo l'Inghilterra ottenne più designazioni (4). Agli Europei, il bilancio è di 3 pari, sempre con gli inglesi, con Gonella in Jugoslavia '76, Pairetto a Germania '88 e Rosetti in Svizzera e Austria 2008. Questo per dire che dovrebbe essere la nostra federazione a levare il vincolo anagrafico o perlomeno rialzarlo agli antichi 52 anni, invece fa opposizione, rispetto alla Fifa che l'ha abolito e anzi ha già preselezionato Rizzoli per il mondiale del '18, quando avrà 47 anni. Il designatore Marcello Nicchi, classe '53, non è proprio convinto: «Perchè la base è ampia - racconta - e il prolungamento dell'attività di Nicola, classe '71, non è indispensabile. In altre federazioni c'è penuria di grandi direttori di gare e allora sarebbe più importante». E' curioso che il presidente non abbia limite di mandati («Sono al terzo») e invece un fischietto abbia la data di scadenza. Potrebbe essere utile persino nelle serie inferiori o all'estero. «Ma noi abbiamo tanti direttori di gara di alto livello, non ci preoccupiamo quando uno finisce, per Rizzoli valuteremo anno per anno».
Anche questo è singolare, le deroghe ad personam. Scontata comunque, perchè Rizzoli non può dirigere il secondo Mondiale dopo una stagione di stop. Meglio sarebbe azzerare i vincoli. Da fine 2014 la Fifa propone una revisione fisica annuale, per gli over 45, ma la sensazione è che alcuni potrebbero reggere persino verso i 60. Ancor più difficile è cambiare la cultura italiana, anche sui campi giovanili o dilettantistici, dove la caccia ai fischietti è settimanale. «Lì è sufficiente la volontà - garantisce Nicchi -: la federazione deve prendere posizioni rigide contro la violenza. Che va ripudiata da tutti, giocatori e spettatori».
Rimangono da riabilitare tutti quegli arbitri fermati un po' frettolosamente all'apice della carriera, per sospetti non provati di collusione con il sistema Moggi: Paparesta e Bertini, Tiziano Pieri, Dondarini. «Non voglio commentare perchè Calciopoli non appartiene alla mia gestione: fu una brutta pagina, ma non rivango il passato, per costruire il futuro». E infatti si è adeguato alla Var, su richiesta del presidente Tavecchio e di Infantino. «E' una sperimentazione, uscirà qualcosa di interessante».
E al movimento è utile che
Collina sia stato eletto alla presidenza degli arbitri della Fifa. «E' anche designatore della Uefa, riconoscimento alla mia associazione e all'Italia. Il cui livello arbitrale medio si è alzato, è all'estero che è arretrato».
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