di Tony Damascelli
La cosa più miserabile di questa vicenda, che riguarda la condanna di Antonio Conte, sono le parole pronunciate da un giudice, Piero Sandulli, membro della corte di giustizia federale: «A Conte è andata bene. Se fosse stato chiesto l'illecito sportivo il rischio erano tre anni di stop». Dunque sappiamo che i giudici sono stati gentili e di animo buono, hanno risparmiato all'allenatore una condanna pesantissima che lo avrebbe praticamente tolto di mezzo in modo definitivo, tra la ola di una grande fetta di italiani che, comunque, si ritengono soddisfatti, come le tricoteuses dinanzi alla ghigliottina, di vedere rotolare una testa illustre, «odio la Juve» è uno slogan che piace molto, ad alcuni opinionisti e ad alcuni colleghi di Conte.
Le parole di Sandulli, in verità gia preannunciate dagli house organ dei magistrati, sono gravi ma svergognano il procuratore Palazzi e non Conte. È Palazzi lo sconfitto vero, nel suo ruolo di accusatore a metà, distratto o superficiale, di questa storia acre, è lui ad uscire battuto e spiazzato mentre l'opinione pubblica e i media si concentrano sui dieci mesi inflitti all'allenatore. È Palazzi ad avere creato confusione giocando su due tavoli, prima il patteggiamento, poi la richiesta di condanna pesante. Il campionato parte in un clima bastardo, la Juventus è ladra e disonesta, anche se i fatti contestati riguardano altri club, il resto del football ha le mani e i piedi puliti, come nel duemila e sei; la serie A e la B partono senza sapere ancora come andrà a finire, le procure continuano a lavorare, alcuni club non sanno se potranno concludere la stagione senza nuove penalizzazioni.
I giudici bocciano il distratto Palazzi il commento 2
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.