Roma - Infermeria ancora piena, anche se Fazio e Paredes sono stati recuperati, ma due certezze da mettere sul piatto: l'Olimpico amico (cinque vittorie su cinque in campionato, otto se si considera l'ultima parte del torneo dello scorso anni, e 17 gol segnati con sei giocatori diversi) e un centravanti prolifico (dodici i centri di Dzeko, che viaggia a una media simile a quella dei tempi del Wolfsburg che nel 2008-09 vinse la Bundesliga). Archiviato di fatto il girone europeo - basta un punto per conquistare i sedicesimi di finale - ora Spalletti vuole ridurre il divario dalla vetta, in attesa di affrontare la Juventus il 17 dicembre allo Stadium. Quattro gare su 5 prima dello scontro diretto saranno a Roma, compreso il derby che si gioca per calendario in casa della Lazio. «Buffon ha detto che in Italia gli avversari contro di loro si scansano? Non sono preparato su quello che succede alla Juventus. Per quanto ci riguarda, non siamo aiutati da niente e da nessuno», così Spalletti.
Nainggolan, Strootman e Rudiger sono stati «risparmiati» dalle proprie nazionali (con tanto di caso per il belga, che si è detto deluso dalla mancata convocazione del ct Martinez) e Spalletti non può che essere contento. «Ora Radja è il calciatore che vorremmo sempre, si è fatto trovare pronto al doppio ruolo - sottolinea il tecnico - riesce a fare tutto perché è tornato il guerriero che a noi piace». Il tedesco sarebbe alla terza partita in otto giorni, forse un rischio dopo il recente rientro dall'infortunio al ginocchio, l'olandese è giù di forma e quindi ha bisogno di lavoro a Trigoria per recuperare la condizione migliore.
L'ultimo pari casalingo in A fu proprio contro il Bologna di Donadoni l'11 aprile scorso e il tecnico giallorosso è conscio delle insidie di questa sfida. «Donadoni sa dare un taglio di professionalità, serietà e qualità importante alle sue squadre, ma noi pensiamo di poter usare la nostra crescita costante.
Il fattore Olimpico? Può darsi che casa nostra sia qualcosa che ci fa sentire più tranquilli e confortati, ma in generale vedo la squadra cresciuta». In particolare Dzeko, reduce dalla prima doppietta europea e a quota 12 reti in 16 gare giocate: l'anno scorso Spalletti lo lasciò spesso fuori, ora non ne può fare a meno.
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