Coronavirus

I nerazzurri non hanno fretta di giocare

Grazie ai soldi di Suning, in caso di stop usciranno rinforzati. Gli altri no

I nerazzurri non hanno fretta di giocare

Zhang jr è a Nanchino, quartier generale di famiglia. L'Inter è nelle mani di Beppe Marotta e Antonio Conte. Il dubbio resta forte: prepariamoci e partite. Ovvero: cominciamo solo se è davvero necessario. Un'ipotesi di protocollo nota da un mese e mezzo - e in principio la clausura si ipotizzava fosse totale, comprese le settimane con le partite ancora da giocare - e diventata troppo stretta e inapplicabile all'indomani della prima vera data fissata per la ripartenza. Forse non casualmente. Cioè, prepariamoci e partite: così non si può fare, niente ritiro, troppo complicato, troppo oneroso e non solo economicamente. La palla torna al Cts, alla politica, insomma agli altri.

L'Inter non ha fretta. Non l'ha avuta la scorsa settimana per riprendere gli allenamenti individuali (e facoltativi), non ce l'ha adesso per cominciare col lavoro di squadra. Intanto a Milano rientrano e sono rientrate anche le famiglie dei giocatori che avevano trascorso parte del lockdown all'estero. Perciò, maxi-ritiri in vista non dovrebbero proprio essercene

C'è chi ipotizza che Conte non abbia granché voglia di ricominciare. Guardando quella che era la classifica, più comprensibile che ne abbia tanta Inzaghi (non per questo autorizzato a dribblare ordinanze e decreti ministeriali), ma probabilmente non è qui che sta la differenza tra l'Inter e gli altri, quasi tutti gli altri. La pandemia scuote l'economia e danneggia i bilanci, anche quelli del calcio, che nel suo sistema va letto come un'azienda grande composta da altre aziende, più piccole e indipendenti. Tra le tante, l'Inter è tra le più sane (di ieri la notizia che la Roma chiuderà l'anno a -278 milioni) e quando tutto sarà finito si ritroverà più forte di prima perché le altre si saranno indebolite, compresa la Juventus che Agnelli ha costruito per vincere subito, che se non si gioca non può farlo e che nella prossima stagione dovrà mettere a bilancio anche gli stipendi non pagati per salvare quest'anno.

La grana stipendi resta sospesa, all'Inter come quasi ovunque, in attesa evidentemente di capire cosa accade veramente. Nel frattempo, il Bayern non ha riscattato Perisic (ieri scadevano i termini dell'accordo fissato a 20 milioni), che domani ricomincia in Bundesliga. Lo riscatterà solo se in saldo, ma non è ancora stagione. Dries Mertens invece per molti è già dell'Inter, sostituirà Sanchez che non sarà riscattato, lui è certo.

Resta l'enigma Martinez, ma c'è tempo, tanto.

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