Calcio

Con i piedi e con le mani. Rabiot, il nuovo Polpo che fa scordare l'originale

Il francese arriva ovunque come faceva Pogba. Dal braccio con la Samp a quello di ieri con l'Inter. L'uomo in più di Allegri

Con i piedi e con le mani. Rabiot, il nuovo Polpo che fa scordare l'originale

Arsenio Rabiot ha colpito ancora. La Var lo considera il nemico prediletto, quello più difficile da incastrare: le braccia diventano un tutt'uno con il corpo quando serve offuscare la vista agli arbitri, mandare in tilt gli uomini al Var, smorfiare sul maledetto marchingegno che tutto decide e qualche volta non ci prende.

È capitato anche ieri, nella notte in cui dominavano i santi: San Siro e San Giuseppe a controllare le buone intenzioni ed anche le furbatine. Scherza con i fanti, ma lascia stare i santi e invece questo ragazzone francese, dallo chignon facile e la giocata prelibata, ci ha provato anche con i santi e se li è giocati. Tutto fa colpo, tutto fa Arsenio-Adrien anche in quel movimento accennato di un braccio che compare e scompare dal corpo. Lo chiameranno pallavolista ad honorem.

Siamo già al secondo indizio: la prima volta contro la Sampdoria la settimana scorsa. Il gol del 3-2 che fece discutere furiosamente Dejan Stankovic, un ex interista. Sarà un caso che il nostro si sia ripetuto contro l'Inter?

Ed ora alla Juve avranno un problema in più: chi è il vero Polpo? Il Pogba che si è furiosamente conquistato l'appellativo dopo anni di faticoso tirar di lima sui campi europei oppure questo corazziere, cresciuto da mamma Veronique, che ha preso per mano la Juve dopo aver dimostrato quanto vale alla nazionale di Deschamps?

Intendiamoci, i suoi non sono solo colpi di mano o di braccio. Ma come si suol dire una mano lava l'altra e nel caso del francese serve a restituire alla Juve dimensione di squadra di clava e fioretto. Rabiot sa usar con indifferenza le due armi calcistiche: è indubitabilmente cresciuto nel suo giocar calcio alla scuola Allegri, dovrà ammetterlo anche il più ostinato degli antiallegriani, è cresciuto all'interno del gruppo tanto da essere il miglior punto di riferimento sul campo. Ed ora quel soprannome made in Italy, cavallo pazzo, sembra quasi l'idea di una scolorita pellicola in bianco e nero. Molto più adeguato l'altro soprannome, quello che gli hanno affibbiato in Francia: lo chiamano Duca, lo pensano calcisticamente nobile, lo interpretano nelle migliori caratteristiche: potente nella progressione, mancino nel piede, rapido nei movimenti palla al piede. Ogni tanto si lascia andare alla fesseria, ieri ha rimediato la ammonizione che lo terrà fuori alla prossima, ma sono segnali di personalità.

E chissà che San Siro non sia il prato delle sue venture italiane: Adrien regala assist e segna gol. Ieri si è prodigato nell'assist, vedo e non vedo (il braccio) valso una rete facile per il socio Kostic. Ma, a San Siro, Rabiot segnò il primo gol italiano, correva l'anno 2020, vittima quella volta il Milan. C'è da scommettere che la Milano calcistica non lo dimenticherà: comunque lo si guardi un brutto cliente. E la Torino bianconera dopo un paio d'anni di dubbi e smorfie interroganti, ha capito che non c'è Pogba che tenga.

Questo Polpo ci sa fare: con le mani, con i piedi e con le braccia che nasconde come l'abitante marino quando si ritira nella tana.

Il polpo solitamente tira a sé piccoli sassolini, questo attira palloni da gol.

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