di Tony Damascelli
I giorni della merla e dei merli. Nel senso che rileggendo le pagine e le notizie del mercato calcistico di gennaio, tirando di conto facciamo un po' tutti la figura dell'uccello di cui sopra. Mille voci, mille balle, scoop e bombe ogni cinque minuti, totale: nessun colpo vero, nel senso della sorpresa, del calciatore che cambia la storia e non la cronaca di una squadra, di stramilioni e di operazioni storiche. C'è una ragione per tutto questo bailamme? Elementare, i procuratori. Il mercato del football era gestito da presidenti e direttori sportivi, spuntavano ogni tanto impresari e rappresentanti di questa e quella società che, in cambio di un gentile dono, combinavano l'appuntamento. Oggi accade che il Milan liquidi dopo un quarto di secolo di onorata professione Ariedo Braida, accade che il popolo interista chieda la testa di Branca e Fassone, che gli ultras della Lazio attacchino Tare. Ma nessuno osa nominare i veri artefici di questo casino biblico, gli agenti, i procuratori, gli impresari, quelli che percepiscono la tangente di qua e di là, operano su vari tavoli, diffondono notizie affinché il o i loro assistiti abbiano visibilità e dunque aumento di salario, con logica ricaduta sul sette e quaranta dei medesimi procuratori, alcuni dei quali, i più importanti, hanno residenza all'estero, possibilmente laddove le tasse sono meno pesanti.
Sono questi gli attori oscuri, fino a un certo punto, del disavanzo contabile di molti clubs, in ogni dove in Europa. Quando un calciatore sottoscrive un contratto il suo tutore incassa la parte prevista ma ha già in mente di rimettere in circolazione il cliente molto prima che il contratto sottoscritto vada a scadenza. È un gioco che trova complici alcuni presidenti e alcuni diesse, tengono tutti famiglia. Uno studio della Lega calcio inglese ha dimostrato che i 20 club della Premier League hanno speso nella stagione 2012-13, 117 milioni di euro come procure, in testa il Chelsea con 16 milioni (l'arrivo di Josè Mourinho ha contribuito a raddoppiare le uscite verso agenti), il Manchster City si è fermato a 14 milioni, il Manchester United si è tenuto basso con 6 milioni e mezzo di euro. È di queste ore la notizia che arriva dall'Inghilterra: il Chelsea sarebbe sotto inchiesta perché coinvolto in una partnership con Mendez, l'agente di Mourinho, e con una società americana, per curare i diritti di immagine e commerciali di calciatori fuori dalla Premier League. Del resto Mendez è il vero padrone del grande calcio, non c'è affare importante (anche le cessioni dei pacchetti azionari dei club) che non passi nei suoi uffici.
Sarebbe interessante che anche la nostra Lega calcio svolga un'indagine per accertare gli emolumenti garantiti ai procuratori e spiegare, così, alcune debolezze di bilancio dei club. Comunque il mercato si è chiuso venerdì sera. Forse. Scommettiamo?
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