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Ibra nel motore, benzina per il Milan

Lo svedese ha cambiato la squadra, ora tutti vogliono confermarlo

Ibra nel motore, benzina per il Milan

Referendum per Ibra. Promosso dal Milan di oggi che viaggia, da gennaio, appunto dall'arrivo di Zlatan, a una velocità da Champions e che si ritrova, nei prossimi 3 giorni, dinanzi a Sassuolo e Atalanta, le più in forma del torneo post Covid. Votano in tanti, anche quelli del Milan di ieri, stupiti oltre che dalla risposta collettiva dei rossoneri, dall'effetto virtuoso di Ibra sul team. Ariedo Braida, ds del trentennio berlusconiano, ne conosce bene il temperamento e il talento. «In certi momenti è ingombrante - spiega - ma è un grandissimo. Trovare un centravanti come lui è difficilissimo». Persino Arrigo Sacchi, allergico ai fuoriclasse egoisti, è pronto a riconoscere in pubblico: «Ha apportato classe e personalità, altro non richiesto». Da Milanello poi, l'adesione al referendum è unanime. Ogni giorno un voto nuovo. Ieri quello, suggestivo, di Gigio Donnarumma, che stasera a Reggio Emilia firma la presenza numero 200 in rossonero, una sorta di record considerata la sua giovanissima età e il debutto da quasi 17 enne grazie all'intuito di Mihajlovic. «Ibra è la nostra forza in più» sostiene il portiere alle prese con il rinnovo contrattuale da discutere con il suo agente Mino Raiola, un tipo non facile da addomesticare.

Pioli fu il primo a lanciare il referendum e a intuire il contributo positivo di uno come Ibra alla causa. Nemmeno il battibecco all'atto della sostituzione col Bologna, è in grado di aprire un contenzioso tra i due che si stimano. Brontolava, sabato notte, Zlatan perché voleva restare in campo e fare gol la spiegazione ufficiale e autentica che non toglie nulla alla loro intesa. «La squadra - spiega serafico Pioli - ha bisogno di Ibra dall'inizio, quindi deve stare bene». Per capire bene: non deve consumare energie vitali e pensare ai prossimi due rivali che non sono comodi e fragili come Parma e Bologna. «Il Sassuolo ha in doppia cifra tre attaccanti Caputo, Boga e Berardi», racconta il tecnico per reclamare dalla sua difesa il massimo dell'attenzione nei confronti di una squadra reduce dal pari con Inter e Juve e dal successo sulla Lazio.

Pioli non è Conte. Nemmeno un lamento sul calendario perché non fa parte del suo carattere, esibito in queste settimane, nemmeno protestare per la presenza scomoda e irrituale di Rangnick dal mese di gennaio nelle cronache milaniste. «La benzina non è finita» garantisce nella speranza che serva per affrontare sfide impegnative.

E allora vedremo cosa succederà a casa Milan dove ieri è arrivata la prima buona novella del prossimo mercato: il Siviglia ha riscattato Suso procurando al bilancio rossonero una plusvalenza da 24 milioni.

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