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Ibra, oggi l'addio al Milan. Ma dal Monza lo separano 20 chilometri

Pronta la festa. Galliani lo corteggia. E Pioli vuol vincere per essere in Champions senza il -10 Juve

Ibra, oggi l'addio al Milan. Ma dal Monza lo separano 20 chilometri

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Ibra, oggi l'addio al Milan. Ma dal Monza lo separano 20 chilometri

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Milano. Galeotta fu la foto e l'ospite curioso di San Siro che la scattò. Conteneva la scritta sui tabelloni dello stadio «God bye Zlatan», good cambiato in God, Dio. Perché si deve a quella foto, finita sui social, la notizia del giorno. E cioè la fine ufficiale della seconda carriera milanista di Ibrahimovic. Arrivò nel periodo più complicato della nuova era Elliott, con Pioli e il suo Milan appena umiliati dal 5 a 0 dell'Atalanta e con Boban e Maldini alla ricerca di una via d'uscita da una crisi preoccupante. Ibra indicò la via e tutti i giovani talenti, Leao tra questi e lo ha puntualmente ringraziato, cominciarono a scalare la montagna fino a raggiungere la vetta dello scudetto. Nel frattempo il fisico di Zlatan ha cominciato a fare capricci quasi per ricordargli che la sua bella età è forse inconciliabile con il calcio competitivo e infatti dopo l'intervento chirurgico della scorsa estate Ibra si è dovuto fermare più volte. L'ultimo gol da ricordare è quello di Udine su rigore, ripetuto, l'ultimo tentativo di tornare a calpestare l'erba di San Siro fu quello durante il riscaldamento prima del Lecce. Ieri c'è stato il colloquio con Pioli, poi dev'essere seguito quello con Maldini e Massara e la news dell'arrivederci allo svedese, prima smentita, è stata poi confermata dalla comunicazione del club. A questo punto, per l'ultima sfida impossibile, di quelle che piacciono tanto a Zlatan, non resterà che il Monza disposto ad accoglierlo come raccontano le parole di Palladino e le telefonate di Galliani mai nascoste.

Dopo la sfida col Verona, la passerella sarà tutta per lui e i 70mila di San Siro vivranno una emozione inattesa. Non sarà l'unica perché le altre arriveranno nelle ore successive alla fine del torneo che Pioli vorrebbe chiudere con un successo e i 70 punti che gli consentirebbero di stabilire che in Champions league è arrivato per merito proprio e non per la penalizzazione che ha colpito la Juve. Il vertice societario previsto per la prossima settimana deve definire le linee guida del futuro calcio-mercato, non tanto le cifre a disposizione, né la dimensione dei rinforzi («devono essere calciatori forti e intelligenti» la definizione di Pioli) quanto invece l'organizzazione interna, se cioè procedere come nell'edizione ultima (piena autonomia dell'area tecnica) oppure recuperare la formula del comitato ristretto (dirigenti, piu area tecnica e Moncada). Di sicuro il primo rinforzo della lista è il giapponese Kamada («calciatore intelligente» secondo Pioli) seguito da Sportiello e da molti altri, tra questi un attaccante da affiancare a Giroud.

Come le agenzie di rating, Pioli ha abbassato il voto dato da Maldini («lui è generoso, meritiamo un 7 e non 8») ma è convinto che dai tormenti del mese di gennaio saranno ricavate le lezioni indispensabili per tornare a fare meglio in campionato.

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