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Ibra re delle doppiette non basta al Diavolo

Milan tre volte avanti e tre volte raggiunto dalla Roma. Due rigori dubbi, Zlatan capocannoniere

Ibra re delle doppiette non basta al Diavolo

Il Milan non va in fuga. Ci ha provato tre volte, ma la Roma l'ha ripreso sempre. Inutile la terza doppietta di Ibrahimovic in 3 gare, capocannoniere solitario, in una partita dal finale rocambolesco con l'arbitro in confusione. Un pareggio ricco di gol, sei, che tiene aperte le strisce positive. I rimpianti sono più del Milan che pensava di allungare e invece si ritrova tallonato. Il Diavolo che si era illuso di aver esorcizzato una vigilia agitata dalla sveglia con la notizia delle positività di Gigio Donnarumma e del talentino Hauge, oltre a tre membri dello staff. Il Covid non lascia in pace il Diavolo. Che però non si perde d'animo a sentire Paolo Maldini: «Arriveremo all'immunità di gregge. Siamo a quota quindici, ci hanno detto che con gli anticorpi non ci si ammala». La squadra per il momento non va nella bolla su decisione dell'Ats.

Ma il vero antidoto al coronavirus nel Milan si chiama Zlatan Ibrahimovic, uscito ancora più forte se possibile dal contagio. Dopo i due gol nel derby, lo svedese impiega meno di due minuti per depositare in rete un cioccolatino di Leao: era dal 1973 che il Milan non segnava da 25 gare di fila. Per la squadra di Pioli, inizio in discesa, ma dall'altra parte Dzeko non si fa aspettare troppo per l'uno a uno, con una testata. Gol favoriti dagli svarioni di Kumbulla (liscio clamoroso) e soprattutto Tatarusanu (uscita a vuoto) che fa subito rimpiangere Donnarumma e ribadisce quanto può pesare l'effetto tampone sul torneo. Ma è anche la conferma di due squadre che preferiscono attaccare che difendere. Una sfida che è la sintesi perfetta del campionato dove si segna a ripetizione, ma è uno spettacolo vietato anche ai mille concessi fino a domenica negli stadi. Nel vuoto di San Siro e nel silenzio di una Milano di fatto con il coprifuoco, si sente solo il rumore della pioggia oltre ai protagonisti. Si ritorna al calcio d'estate con le porte chiuse, che coincide anche con l'incredibile marcia rossonera: dopo il lockdown il Diavolo non ha conosciuto la sconfitta in ventidue gare di fila.

Il Milan ha in testa due-tre concetti fondamentali che rendono la manovra fluida e incisiva, con Ibra a cui appoggiarsi sia via aerea che via terra. La Roma, invece, è tanto balbettante nella linea difensiva quanto avvolgente quando si distende sulla tecnica di Mkhitaryan e Pedro, sostenuta da Dzeko. L'impressione che ci si porta all'intervallo è di una solidità rossonera al cospetto di una latente fragilità di squadra. L'inizio di ripresa conferma: Leao sovrasta ancora una volta Karsdorp e manda in gol Saelemaekers. Secondo assist per il portoghese, sempre più imprescindibile nonostante le pause che si concede durante la partita. Come a inizio gara, non sono passati nemmeno 2'. Sull'approccio Fonseca ha da lavorare, la reazione stavolta tarda e il pari arriva per un rigore che scatena la rabbia rossonera: Bennacer va in anticipo su Pedro ma Giacomelli ribalta la dinamica confermata dal Var. Veretout pareggia. Ma l'arbitro fa e disfa e poco dopo punisce l'intervento scomposto di Mancini su Calhanoglu e dal dischetto Ibra riporta avanti i rossoneri, stavolta è la Roma a lamentarsi. Fischi in ordine sparso e la partita s'incattivisce. Poi il liscio di Ibra è un regalo a Kumbulla. Il Milan ci prova fino alla fine, ma la testata di Romagnoli è fuori.

Per la capolista niente fuga.

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