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Ibra trasforma in oro anche le riserve. E il Milan non sbaglia

Pioli "pensa" al campionato. Lo svedese non segna ma ispira. Esce e il Celtic rientra in gara

Ibra trasforma in oro anche le riserve. E il Milan non sbaglia

Un occhio al Celtic, e uno alla Roma. Anche Pioli, saputo delle scelte di Fonseca (in partenza nove sostituzioni rispetto al campionato) si comporta di conseguenza. Naturalmente per quel che gli consente la sua attuale rosa, debilitata dal covid (Duarte appena guarito e Gabbia) e dagli infortuni (Rebic e Calhanoglu). Così spuntano per la prima volta Dalot come sentinella dell'argine di destra, Tonali a fare coppia con Kessiè, Krunic nel ruolo del turco e Brahim Diaz a riscaldare la pista di Leao. Non può mancare Ibra perché è lui il santo protettore del gruppo che ha bisogno della sua stazza oltre che dei suoi sguardi per sentirsi al sicuro. E lo svedese non fa mancare il suo contributo persino in difesa e non solo sui calci piazzati altrui dove può svettare nei duelli in quota. Anche in attacco gli bastano un paio di tocchi felpati per mettere Theo Hernandez tutto solo in area scozzese. D'accordo, il Celtic è reduce da una striscia di campionato disarmante e in particolare dal derby con i Rangers finito al contrario di quello milanese per i rossoneri. Così, smaltito l'incipit velleitario degli scozzesi, il Milan può prendere il pallino della sfida e senza nemmeno imprimere velocità da formula uno, guadagna comodamente l'intervallo col 2 a 0.

Grazie ai sigilli di due esponenti della panchina promossi ieri sera titolari quali Krunic e lo spagnolo del Real Madrid. Il primo, di testa, gira nell'angolo più lontano, il primo cross come si deve firmato da Castillejo, il secondo conclude con una serpentina delle sue a seguito del dialogo Ibra-Hernandez che apre uno squarcio nella fiancata difensiva del Celtic. L'unico a disagio è Sandro Tonali che è alle prese con un tormentato recupero fisico e forse tradisce anche qualche difficoltà nell'adattarsi al nuovo ruolo, di secondo centrocampista, mai occupato in precedenza. Al Brescia, da centrocampista classico e recuperatore di palloni principe del campionato, giocava in modo diverso. Ha bisogno di tempo per comprendere meccanismi, posizione e migliorare il passo. Fa una certa impressione vedergli perdere nel contrasto i primi tre duelli.

Appena Ibra esce dal prato di Glasgow, e non è assolutamente un caso ma un dato significativo, e insieme con lui si fa da parte anche Kessiè che è ormai un pilastro di cemento armato del team, il Milan prende il gol con il quale si complica la vita e trasforma il finale di una sfida facile facile in un assedio. È la conferma che specie in Europa league non è concesso a nessuno, nemmeno al Milan capolista a sorpresa del campionato, spegnere i motori a mezz'ora dal traguardo.

Per cancellare l'affanno c'è il timbro dell'ultimo esordiente, Hauge, che consente al Milan di toccare la casella numero 21 dei risultati utili consecutivi.

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