Quale sinfonia? La numero 9. E senza incrociare le dita come facevano i grandi compositori, che temevano non portasse fortuna. Tutti tranne Beethoven ovviamente. Qui ce ne sono altri due, che sul nove hanno fatto la loro fortuna. Suonano con i piedi ed è una delle poche volte che il termine non s'accompagna ad una diminutio. Ce li godremo così, nella Milano che fa derby. Per loro anche di più: derby nel derby e tutti ad attendere la risposta. La domanda corre sul filo del tifo, e vi sarà già capitato di cogliere alcune risposte: da Paolo Maldini a Paolo Bonolis, tanto per citare. Ognuno se la gioca per interesse e per tifo. Dunque la domanda: più bravo l'elegante Pipita o l'indiavolato (scusate il termine poco calzante, vista la maglia) Maurito? Non bastano i gol per ancorarsi ad un trono. Per esempio Higuain è nettamente più bravo nel distribuire assist. Ma Icardi controbatte con il potere dell'età: 25 anni compiuti contro i 30 che l'altro compirà in dicembre.
Il derby si gioca anche così: vale per la fantasia dei tifosi. Il bomber ti illumina la via ed anche i sogni. Higuain è abituato. Icardi ci prova sempre, ma l'Inter sembra un asinello recalcitrante quando si tratta di fare un passo avanti. Higuain conosce già il bello di segnare reti che valgono una conquista (l'Inter dell'anno passato ne sa qualcosa). Icardi continua a sospirare in attesa di Ad ognun la sua ragione e i suoi voti. Gli interisti dicono che non scambierebbero mai Icardi per il Pipita. Eppure negli ultimi anni non hanno risparmiato critiche al ragazzone tutto Wanda e social. Higuain ha messo naso in Italia nel 2013, dopo essere stato scartato da Mourinho che ha preferito Benzema nella difficile arte di accoppiarlo a CR7: in quell'anno Mauro è passato sulla sponda Inter dopo aver lasciato 10 gol (ed uno in B) in ricordo alla Samp. Higuain ha attraversato l'Italia da Sud a Nord e sempre lasciando il segno: record di reti a Napoli, scudetti con la Juve e Champions mancate. Ora con il Milan: per sentirsi re, come a Torino non lo facevano sentire. Inutile parlare di re dei social: qui Maurito stravince con quasi 4 milioni di seguaci contro i 3 di Higuain. Una sentenza? Conta l'abilità d'altro tipo.
Ad occhio neutrale i due sembrano fatti apposta per le squadre nelle quali si battono: il Pipita segue la tradizione dei centravanti tecnici ed eleganti del Milan, Icardi quella dei bomber da combattimento che hanno reso forte l'Inter. Fra l'altro, la sfida tra due grandi punteros argentini nel derby non è storia di ogni giorno. E se l'Inter si è gustata alcuni fra i migliori, il Milan ha spesso rivolto lo sguardo al mondo brasiliano: si trattasse di oriundi o di purosangue.
Quindi come rispondere alla domanda sul migliore? Andiamo per numeri, il curriculum in serie A è quasi pari, seppur Icardi abbia giocato un anno in più: l'interista 113 reti (29 nella scorsa stagione con un assist), Higuain 115 (16 l'anno scorso ma con 7 assist). I gol (destro, sinistro, rigori) sono distribuiti con egual criterio. Icardi va meglio di testa ed ha personalità. Higuain ha più dribbling e più carisma. Higuain ha giocato in grandi squadre, Icardi si è fermato nell'Inter tra le peggiori degli ultimi 20 anni.
Una bella palla al piede. Mettiamola così: Higuain è più completo ed ha il senso del gol di un artista. Icardi è un gattone-killer che fatica a raccapezzarsi nel gioco di squadra, ma può migliorare. Alla prossima sinfonia!
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